Aletheprince 6 / 10 14/01/2008 22:56:40 » Rispondi "La follia genera le città, su di essa poggiano i governi, le magistrature, la religione, le assemblee, i tribunali. La vita umana non è altro che un gioco della Follia". Così Erasmo da Rotterdam esaltava la pazzia, innalzando sull'altare della magnificenza e della gloria ogni genere di devianza e di turbamento psichico, in luogo dell'inutilità e della sciagurata sapienza. Questo film pare proprio uno sproloquio sulla degenerazione più aberrante e ferina della psiche umana, travolta da un indefinito e psichedelico fragore di ossessione e d'insanità, al di là del ben che minimo lume della ragione. Con una ricostruzione ed un paesaggio certamente evocativo, il registra ci trasporta all'interno di un incubo fattosi realtà
dove tuttavia l'arrendevole protagonista cede ben presto alla prepotenza degli istinti primordiali ed animaleschi, che lo cingono d'assedio eliminandone ogni barlume di ragione e di umanità.
Il sapiente climax emotivo scoppia in modo irrefrenabile in una seconda parte di film inquietante e schizofrenica, dove tuttavia alle volte sembra di assistere ad un mero esercizio stilistico più che ad un ordito scrupolosamente tratteggiato. Il ricorso ad un reiterato simbolismo, i lunghi silenzi, i versi e le orride grida animalesche sconvolgono con il loro impatto d'inquietudine e apprensione. Tuttavia l'opera non appare in tutta la sua maturità, lasciando qualche dubbio e non convincendo appieno, specie in alcuni passaggi appena abbozzati. Ma forse l'intento era proprio quello: sconvolgere senza troppe spiegazioni; atterrire e traumatizzare senza un vero perchè!