zerimor 8½ / 10 23/07/2021 03:30:06 » Rispondi Piccolo gioiellino del cinema horror. Visivamente è uno spettacolo angosciante: paesaggi rurali tra pioggia e foschia, il tutto situato in un remoto angolo transalpino, lontano dalla civiltà. La disavventura di Marc Stevens è una lenta discesa negli inferi, nel cui abisso non potrà fare altro che sottostare, inerme, alla pazzia e mostruosità circostanti. Già dalle battute iniziali, subito dopo la prima esibizione del cantante, si può intuire che strada prenderà il film. Ma è solo l'inizio. Alcune fasi sono a dir poco raccapriccianti... c'è una scena in particolare che da sola vale la visione del film: mi riferisco alla sequenza all'interno del bar. La folle "danza" dei paesani lascia fortemente attoniti. È un'immagine grottesca nel più totale delirio. Da lì a poco sarà un susseguirsi di momenti surreali, come la cena di "famiglia" allestita da Bartel, padrone della locanda, che richiama palesemente la celebre tavolata di "Non aprite quella porta" di Tobe Hooper. Tornando a "Calvaire", ottimo è il lavoro alla regia di Fabrice Du Welz, che offre alcune inquadrature considerevoli, specialmente nelle fasi salienti.