wega 7 / 10 18/12/2009 19:06:34 » Rispondi "Il Testamente del Dott. Mabuse" è una bella allegoria anti-fascista, con il quale Fritz Lang, un anno dopo "M" - che ne ricalca la struttura poliziesca - denuncia l' imminente catastrofe che andrà a realizzarsi. Più che un seguito è un completamento del precedente capitolo. L' affinità con il film di Weine qui emerge in tutta la sua cristallina chiarezza. Come fece Caligari con Cesare, il Dott. Mabuse, internato ormai da anni in un istituto psichiatrico, manda ordini telepaticamente alla sua banda, per mettere in atto rapine e azioni deplorevoli. Allegoria anti-fascista perché gli ordini sono slogan della dottrina nazista messi in bocca a dei criminali, ma non fu tanto questo che fece infuriare il fuhrehr e Goebbels, bensì l' esempio che dava il film, di come un popolo ben motivato, sarebbe in grado di sovvertire qualunque Stato e Governo. Il film fu proibito, Lang convocato per fare un film di propaganda nazista ("Metropolis" in quel senso, secondo loro funzionava bene ed era "il regista giusto per il nazionalsocialismo"). La sera stessa Fritz Lang (curiosamente mezzo ebreo eppure non contava) fuggì prima a Parigi, e poi in America, per non ritornare mai più (o forse molto più in là) alla sua terra d' origine. Il resto è storia.