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MY SASSY GIRL regia di Kwak Jae-yong

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Invia una mail all'autore del commento tylerdurden73     8 / 10  09/02/2010 16:25:37Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Lui è uno studente un po’ tontolone dall’animo gentile,lei è bellissima,ma decisamente eccentrica e aggressiva.Si incontrano per caso una sera in metropolitana,lei è ubriaca,lui l’aiuta.Per entrambi la vita cambierà drasticamente.
La sinossi potrebbe far pensare alla solita commedia romantica di stampo adolescenziale ed invece “My sassy girl” è una storia d’amore che (per fortuna)nulla ha da spartire con un filone che in occidente fatica da anni a proporre qualcosa che vada oltre le abituali baggianate.
Merito della gestione bizzarra del rapporto sentimentale e dei continui cambi di registro che denotano grande fantasia in sede di script,ai momenti più romantici si alternano situazioni comiche mai volgari,non mancano spunti drammatici e grotteschi,uniti alla perfezione in un canovaccio piacevolmente curioso intriso di grande pathos quando la situazione lo richiede.L’analisi dei caratteri è solo in apparenza giocosa,in realtà risulta molto ben studiata soprattutto nel caso della ragazza,il cui comportamento arrogante verrà ampiamente giustificato.
Impressiona la padronanza di mezzi del regista Kwak Jae-yang,il quale imprime uno stile ricercato senza mai risultare eccessivo,la sua tecnica infatti si sposa alle varie situazioni con grande naturalezza.Sospeso com’è tra cinema pop e d’autore il film ha ottenuto uno straordinario successo in patria in quanto capace di soddisfare i gusti più disparati.
Senza dubbio qualche sforbiciata avrebbe fatto bene ad un racconto allungato in alcuni punti senza che se ne senta realmente l’esigenza,ma il film tiene botta senza annoiare.Kwak Jae-yang porta in scena a suo modo la casualità beffarda del destino,sparpaglia indizi che convergono in un finale di grande suggestione e proprio quando la parte più fastidiosamente melensa sembra avere il sopravvento ecco l’inaspettato colpo di coda, che stupisce per l’intelligenza e l’ autoironia (si noti la battuta conclusiva) con cui viene esposto.
Bellissima la colonna sonora sulla quale si erge il Canon di Pachelbel e simpaticissimi,oltre che molto bravi,i due interpreti principali.
Da vedere,anche per rivalutare un genere che alle nostri latitudini sembra alla canna del gas.