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THE DEPARTED - IL BENE E IL MALE regia di Martin Scorsese

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siren     9 / 10  03/03/2007 23:30:14Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Martin f***ing brilliant! E’ il caso di dirlo, per essere in linea con lo script. Dopo “Gangs of New York” e “the Aviator” ricordo di essere uscita dalla sala con quell’espressione facciale a metà fra il deluso andante e il collaudatissimo sguardo alla “tu quoque Brute fili mi”… Sbaglio a essere troppo esigente, daltronde non si può pretendere il masterpiece ad ogni proiezione. Tendo a giustificare il tutto come momento di défaillance, pausa di riflessione o semplicemente training prima del botto. Con “the Departed” Scorsese si è riscattato: Martin reloaded!
Ho scoperto dell’oscar come miglior film solo al mio ritorno in Italia… Ero in vacanza a N.Y. e quel lunedì mattina ho lanciato un’occhiata distratta alla prima pagina del New York Times abbandonato sul tavolo di Starbucks… ho immaginato che Martin avesse vinto per la miglior regia…
Poi salgo sul Boeing 777 e me lo guardo sul televisorino tattico. Mi sono fatta la traversata atlantica incollata alla schermo, mi ha preso a tal punto che ho completamente ignorato le turbolence e ho cacciato lo stuart con la cena! Sono andata in fissa per questo film e credo che lo rivedrò.

Mi prende perché più ci penso più trovo nuovi spunti di riflessione e livelli interpretativi, non è la classica gangster story che mi scade nello stereotipo o nell’already seen, è una storia più complessa, ben articolata.
“When you decide to be something, you can be it. That's what they don't tell you in the church. When I was your age they would say we can become cops, or criminals. Today, what I'm saying to you is this: when you're facing a loaded gun, WHAT'S THE DIFFERENCE?”(Costello)

Appunto, “What’s the difference?”. La domanda mi vale già come risposta, è emblematica e si presta a svariate interpretazioni.
Per quanto possiamo programmarci la vita, decidere di vivere rettamente o ai margini della legalità, dobbiamo sempre fare i conti con il terzo elemento: l'imprevisto, l'altrui punto di vista, fato, fortuna, chiamatelo come vi pare. Soprattutto, tra le molteplici strade che si possono imboccare, “la retta via” non è mai una garanzia.
Scelgo di stare dalla parte dei “buoni”, questo non mi risparmia situazioni spiacevoli.
Scelgo di stare dalla parte dei “cattivi”, non è detto che debba finire male, potrei anche farla franca.
A casa nostra: il criminale finisce in carcere, l’indulto gli spalanca le sbarre . Il criminale tornato in libertà uccide la commessa, che stava lì tranquilla a fare il suo lavoro.
L’immobiliarista Coppola edifica indisturbato un impero sull’illecito e sul riciclaggio …finisce in manette, ma ciò non toglie che un buon avvocato possa fargli ottenere gli arresti domiciliari, o, why not?, qualche annetto di carcere prima di uscire per buona condotta.
Le ultime sul genocidio di Srebrenica: la Corte Internazionale di Giustizia dell'Aja, nel caso Bosnia Erzegovina vs Serbia e Montenegro, ha assolto la Serbia per insufficienza di prove. Questa sentenza non avrebbe comunque potuto restituire ai parenti delle vittime i loro cari, né cancellare l’orrore. Rimane il monito: i colpevoli sono prosciolti, non pagano pegno ed esultano.
Viviamo in un’epoca in cui il confine tra bene e male è labile. Ciò pone un altro problema, quello della giustizia; se si perde il senso comune della differenza tra bene e male, non può esistere giustizia. La giustizia intesa come valore, oggi, faccio fatica a percepirla e soprattutto a comprenderla. Chiusa digressione.

Ho trovato equilibrio tra forma e sostanza. C’è esercizio di stile, ma con moderazione, non offusca e non intralcia lo svolgersi degli eventi ; i personaggi sono imprevedibili, da scoprire. Il registra offre un’analisi lucida sull’individualismo, il perseguimento del fine personale e lo spirito di sopravvivenza, una panoramica sui contrasti interiori che lacerano la coscienza e tormentano.
Lo spettatore non è relegato in una posizione di passività, c’è interazione tra lui ed i protagonisti… è un continuo mettere in discussione ruoli e presunte certezze, inevitabilmente siamo portati a porci delle domande a cui rispondiamo formulando ipotesi, il desiderio di trovare un qualsiasi riscontro ci immobilizza davanti allo schermo e quando crediamo di aver intuito lo scioglimento, in agguato c’è un crescendo di colpi di scena pronto a smentirci. La tensione cresce lenta, costruita magistralmente mattone dopo mattone ,fino al crollo finale, che diventa liberatorio.

Recitazione e cast stellare! Qualsiasi recensione a Nicholson è un insulto…reminescenze del Joker, mefistofelico e depravato con nonchalance, Scorsese gli ha concesso ampia libertà di manovra, permettendogli di improvvisare durante alcune riprese, credo per necessità di rendere +credibile e realistico quel senso di paura&smarrimento del comune mortale davanti a “Mister Evil”; Damon non mi entusiasma come attore, ma nel ruolo del fantoccio doppiogiochista è very suitable; Ok Di Caprio, Sheene e Baldwin (anche se ho saputo che quest'ultima parte doveva essere di Gibson, che ha declinato per ultimare le riprese di “Apocalypto”, chissà se Mel avrebbe potuto dare quel quid che fa la differenza..) ma su Mark Wahlberg c’è da aprire un capitolo, fantastico. Le massime pregnanti e al vetriolo di Dignam sono da appuntare: “Maybe, Maybe not. Maybe f**k yourself.” – “ I’m the guy who does his job. You must be the other guy” – “ Let's say you have no idea, zero, none. If you had an idea about we do we wouldn't be good at what we do now would we? We would be cunts, you callin' us cunts?”. Si può campare di rendita su queste battute. Che dico? Tutta la sceneggiatura di Monahan merita, sin dall’esordio: “I don't want to be a product of my environment. I want my environment to be a product of me..”
Finale troppo sbrigativo? Forse sì, forse no, forse…
L’importante è che tutto torni. Ammetto che mi sarebbe piaciuto sapere che fine facevano Madolyn&son…Tuttavia non riesco ad immaginarne uno diverso. Morte, spietata, laconica, silenzio, departed, fine, ok? Diciamo che Martin l’ha saputo rendere indolore senza perdersi in inutili lungaggini. Lavoro pulito.
Oh, Shame on me! Che ve lo dico a fare?Non sto rendendo giustizia al film!

Question: qualcuno sa dirmi cosa regala Costello a Sullivan il giorno del suo ingresso nella polizia di Boston??



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ELY81  09/03/2007 19:45:28Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi


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siren  10/03/2007 16:09:47Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
grande!siamo in due!!questa cosa mi solleva alquanto!
ciao ely!
ELY81  23/03/2007 18:50:05Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Ciao Siren, mi trovo d'accordissimo con la tua opinione e non solo in questo particolare, e ci sono stati degli aspetti che mi hanno portato a questa conclusione.Leggi spoiler.

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siren  23/03/2007 23:22:54Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
mi hai fatto un'analisi ineccepibile!siamo riuscite a carpire questi messaggi subliminali.
ti dirò di più,ho avuto quella che considero il non plus ultra delle conferme...
trasloco nello spoiler..

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ELY81  26/03/2007 19:01:14Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Accidenti, questo particolare di infernal affairs mi era sfuggito, cioè non lo ricordavo, perchè lo vidi qualche tempo fa, e mi era piaciuto, ma non mi ha entusiasmato come questo the departed. Sì, ti confermo che questo film dipende tantissimo da infernal affairs ( per forza,è un remake), e ti dirò di più. Andy Lau, l'attore che ha interpretato la parte del gangster infiltrato nella polizia in infernal affairs, ha lavorato in veste di consulente per the departed. Questo spiega l'enorme debito che questo film ha nel confronti dell'originale cinese, ma anche le profonde differenze che lo riguardano, e il finale differente ne è una conferma, perchè entrambi i finali sono legati ciascuno ad una visione aderente alla propria cultura.

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siren  27/03/2007 23:06:01Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
la cosa vale anche per me, ho dato 6.5 a Infernal Affairs e mi sono pure beccata un rimprovero per non aver afferrato la "grandezza" del film. Obiettivamente, continuo a ritenere che a The Departed sia riuscito meglio il building dei characters, a livello di background, introspezione psicologica, tridimensionalità, ecc.
Sto rivalutando tantissimo la scena del cinema, che offre molteplici spunti per una interpretazione del film. In Infernal Affairs la stessa scena è trascurabilissima, così come è irrilevante la figura della psicologa. Con Madolyn, invece, Scorsese conferisce al medismo personaggio spessore e centralità.
ELY81  30/03/2007 22:53:45Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
A quanto pare credo di aver trovato in questo forum una persona che la pensa esattamente come me, per quanto riguarda questo film.Nessun personaggio, nessun dialogo quì è superfluo o sprecato, nonostante le due ore e mezza di proiezione, ma è tutto concatenato alla perfezione, persino nel finale. Stupendo.E rispetto ad infernal affairs, departed è di tutt'altro spessore. Concordo in pieno siren. E' stato un vero piacere confrontarmi con te in questo argomento.
:-)
siren  31/03/2007 11:54:59Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Piacere mio!Ci si rincontrerà in mezzo a questo intricatissimo dedalo di opinioni. Là fuori c'è ancora una giungla di film da commentare!Alla prossima!;-)