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A SCANNER DARKLY regia di Richard Linklater

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Invia una mail all'autore del commento balzac20     8 / 10  03/11/2006 14:16:00Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Film interessante ma non coinvolgente.
In sostanza una pellicola estremizzata sul mondo della droga.
Ma andiamo per ordine: il tipo di ripresa cartoonistico è sicuramente degno di nota.
Potrebbe non essere di gusto per tutti.
Io personalmente l'ho percepito a tratti gradevole a tratti intollerabile.
Che l'utilizzo sia contestualizzato e finalizzato a comunicare una dissociazione ulteriore dalla realtà ci può anche stare.
Chiaro che se ne debbano trarre delle conseguenze accettando il fatto che possa non essere apprezzabile da tutto il pubblico.

La trama: cerchiamo di non esagerare dipingendo la complessità della trama come del suo punto di forza.
Un poliziotto infiltrato nel racket della droga che finisce nelle maglie stesse della dipendenza e non distingue tra ciò che e vero e ciò
che non lo è.
Vogliamo definire questa trama originale?
Siamo sinceri, non lo è.
(in questo senso l'idea che il male ormai corrompa le "forze del bene" è ormai manifesta anche in fiction
televisive come "the shield". Non parliamo di film nei quali il poliziotto diventa dipendente da droga perchè è quasi un clichè)

Il canovaccio di fondo quindi non è strepitoso.
Certo molti più punti vanno dati alle varianti.
La trasposizione in un futuro prossimo rende possibili diversi originali innesti.
Il governo potrebbe essere connivente (il predicatore che viene portato via dal camioncino, il sentiero luminoso che gode di infiniti privilegi) o legato a doppio filo.
Ma anche questo, è il caso di dirlo per non far gridare al capolavoro, è già utilizzato come espediente in altri film.
(vedere l'ultimo dei tanti casi:Equilibrium dove l'assunzione di droga sedativa è ormai una condizione sociale "obbligatoria" per poter essere parte del sistema)

Alcuni dei personaggi potrebbero essere soltanto immaginazione.
Altri non sono ciò che sembrano.



Ed il finale getta una luce diversa e più amara su tutto l'evolversi del film.

Gli attori sembrano bravi ma non ci giurerei.
___


Inoltre non impiegherei troppo tempo a verificare l'aderenza della pellicola all'opera di Dick.
Un film è un film.
Che sia lontano anni luce dai suoi progenitori letterari conta poco.
Conta che sia un film valido a meno che il tutto non vada inquadrato in un progetto più ampio fatto di una critica globale ad entrambe le espressioni
artistiche (e non è certo questo il caso!).
E' un film degno e ottime sono le caratterizzazioni di alcuni personaggi.
La sceneggiatura in questo ha fatto miracoli.
(grazie a Dick certo... ma non è questo il punto)



Cosa resta da dire?
Un film da vedere perchè in sè qualitativamente valido.

Merita un punto in più per lo sperimentalismo con cui è stato girato.


Non un capolavoro, sia chiaro ma certo non tempo buttato via.
Anzi.
Delfina  06/11/2006 17:48:43Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Piccolo appunto: quello che tu definisci "il predicatore portato via" non è un religioso, ma un personaggio reale della controinformazione americana di oggi, un blogger e giornalista indipendente radiofonico, un grande contestatore dell'amministrazione Bush, delle sue menzogne e delle sue guerre d'aggressione. Alex Jones è uno che non crede al "terrorismo internazionale" (leggi terrorismo creazione degli USA) e che fornisce preziose notizie censurate dai grandi mezzi di comunicazione.
Link: http://www.infowars.com/
Invia una mail all'autore del commento balzac20  08/11/2006 11:29:56Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Il "predicatore portato via" è contestualizzato al film.
Se è per questo credevo che il "predicatore" fosse la stessa persona che ad inizio film presentava Keanu al pubblico.
Quanto al ruolo di Alex Jones non entro in polemica.
Al più ti invito alla lettura dei commenti fatti su Corporation o Road to Guantanamo.
Ciao.