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GERTRUD regia di Carl Theodor Dreyer

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Invia una mail all'autore del commento wega     9 / 10  10/09/2009 09:31:22Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Ultimo grandissimo film del gigante Carl Theodor Dreyer. Testamento cinematografico di uno dei più importanti artisti del '900 - probabilmente essendone consapevole -, ben 9 anni sono passati da "Ordet", che a sua volta fu girato 12 anni dopo "Dies Irae". Vien da chiedersi come possa un uomo così assente alla regia, sviluppare uno stile così perfetto e personale, faro illuminante per gran parte degli altri registi. Forse, a parte la sua indiscutibile autorevolezza, Dreyer aveva una capacità di assimilazione fuori dal comune. Ho una sorta di soggezione a vedere i film di questo autore, nonostante sia abbastanza ostico e lento, non ho comunque mai un momento di noia, e credo proprio che questi siano i Capolavori che si finirà col vedere e rivedere per tutta la vita. Con "Gertrud" il regista danese rifiuta ancora una volta ogni sorta di approccio di realismo alla vicenda, senza dimenticare la lezione appresa dall' espressionismo (la luce puntata sul viso negli interni), in una storia fotografata negli esterni come un sogno; condizione a cui spesso la protagonista alluderà di sembrar vivere. Solo apparentemente un Dreyer diverso dagli altri, in realtà sono presenti tutti gli elementi degli altri film. La Donna come protagonista assoluta. Il Sacro (il Matrimonio), il Profano (amare un altro uomo), la Fede (nell' Amore), l' Accettazione (realizzare di non saper amare e ritirarsi in solitudine) in questo che è uno dei ritratti di Donna più lucidi della Storia del Cinema.