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L'IMPICCAGIONE regia di Nagisa Oshima

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elio91     8½ / 10  04/06/2012 11:22:23Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Ancora una grandissima opera di Oshima, il regista giapponese che più di tutti si è impegnato a scardinare i tabù della società. Pur essendo stato spesso il sesso al centro delle sue riflessioni (spesso annientanti) questa volta Oshima si scaglia contro la pena di morte in un'opera coraggiosissima, all'avanguardia e stilisticamente perfetta.
Difficile non notare come il regista riesca a passare con disinvoltura vari generi, approdando da uno stile inizialmente simil-documentaristico per giungere a una lenta discesa nei meandri del ridicolo, dell'assurdo e della concezione brechtiana del teatro. Le istituzioni diventano pantomime di sé stesse, i temi filosofici sui concetti di persona, personalità, identità e anima non sono mai sprecati né fuori luogo; addirittura Oshima riesce ad inserire in tutto questo marasma di concetti esplicitati alla perfezione la questione allora scottante della Corea e del Giappone.
Non è eccessivo tirare fuori Kafka per quel finale straordinario poi, né essere travolti dalle più svariate emozioni: ci si indigna, si ride, ci si commuove, si è perturbati. Appunto nel finale la logica razionale fa contraddire quella che vorrebbe la pena di morte come pena giusta e egualitaria. Ma ovviamente non ci può essere una conclusione positiva della vicenda: il potere nella sua veste umana ribalta la situazione con i dettami della forza, della menzogna...
Ma se qualcuno dovesse essere favorevole alla pena di morte (in Giappone ancora oggi è popolare come allora) dovrebbe forse vedere R. come l'uomo che rappresenta tutti gli R.; il capro espiatorio di una società, delle istituzioni, boia di sé stessi inconsciamente.
L'Impiccagione è un film potentissimo, un'invettiva mai banale, neanche per un istante, su un crimine legalizzato ed istituzionalizzato in troppe nazioni ancora oggi.


"è la nazione che non ti permette di vivere."
"Non lo accetto. Cos'è una nazione? Mostramene una! Non voglio essere ucciso da una cosa astratta."
"Il Pubblico Ministero rappresenta la nazione!"
"Allora siete voi i miei assassini."