TERMINATOR 3 - LE MACCHINE RIBELLI regia di Jonathan Mostow

ALEX REAL     6 / 10  22/09/2003 13:45:05 » Rispondi
Mentre STALLONE, contro le regole della scaramanzia cinematografica, si appresta a girare ROCKY 13 e RAMBO 17, SCHWARZENEGGER propone il suo TERMINATOR 3. << AIUTO! >> griderà qualcuno << OH, NO, ANCORA! >> gli farà eco qualcun altro. Ma vi è anche chi pensa che il granitico attore di origini austriache meriti l' "Oscar della perseveranza". Beninteso, non vorrei parlar male di SCHWARZIE e passare così per sacrilego iconoclasta ( eh, si, perchè ARNOLD, comunque la si pensi, rappresenta un'icona del genere action). Qui, ad essere troppo taglienti nei giudizi si rischia di provocare un'esplosione di pubblica indignazione, quantomeno nelle folte schiere di fans del gigante teutonico. Ed io non ci tengo ad emettere giudizi estremi che potrebbero essere astiosamente e pervicacemente contestati dalla fauna dell'universo schwarzeneggeriano. Ciò premesso, veniamo al film ed ai suoi annessi e connessi.
Come nasce 'sta pellicola? Be', allestisci una mastodontica produzione, prendi un regista come MOSTOW, il quale - per carità- non deve avere troppe ambizioni d'autore e affida il tutto nelle mani ( enormi) di SCHWARZENEGGER. Ne vien fuori una trama che va avanti come un rullo compressore e schiaccia ineluttabilmente dialoghi e spessore narrativo, riducendo il tutto ad un piatto ammasso di lamiere, buono per lo sfasciacarrozze. Accidenti, mi sto lasciando prendere la mano ! No, non debbo parlar così, perchè ci vuole un pò di rispetto per tutti i morti ammazzati nel film, cadaveri immolati sull'altare della spettacolarità, ammassati ai piedi del monolitico SCHWARZIE, *** pagano del genere action. Eppure, la domanda, di fronte a questo terzo capitolo della saga, appare legittima: JONATHAN MOSTOW, novello sacerdote della liturgia spaccatutto, officerà, per la pellicola, il rito dell'estrema unzione o quello della resurrezione? Verrebbe da dire: << Sotto il trucco del digitale e del make-up...NULLA! >> Eppure, non posso nascondere a me stesso che in questo capitolo il personaggio interpretato da ARNOLD evolve, passando da risposte monosillabiche a battute degne di un navigato cabarettista. Ma non lasciatevi ingannare da queste mie considerazioni. Chi vuole l'azione...l'avrà. Il film, infatti, si presenta come la sagra dell'assassinio, l'apoteosi della trucidazione, salvo emersioni occasionali della sceneggiatura. Si consiglia allo spettatore di percorrere il film, indossando scarponi tattici e giubbotto antiproiettile, scavalcando i cadaveri - non pochi- disseminati qua e là dagli implacabili antagonisti cibernetici, per seguire il filo rosso sangue della trama che inonda di emoglobina le lacune - inevitabili -della sceneggiatura.
Purtroppo, questo terzo capitolo sconta il trascorrere del tempo ( circa un ventennio dal primo episodio) e l'implicito confronto con i capitoli pregressi. MOSTOW raccoglie da CAMERON uno scomodo testimone, presentandosi al rush finale in debito di ossigeno.
Ma veniamo ai veri protagonisti del film. ARNOLD è ARNOLD, un attore sempre uguale a se stesso. Quel giubbotto nero da TERMINATOR gli si stringe addosso come una seconda pelle. KRISTANNA LOKEN , diafana fino alla trasparenza e algida come l'omonimo cornetto, è perfetta nel ruolo della TERMINATRIX. Trattasi di un androide super-evoluto, la cui mano può trasformarsi, all'occorrenza, in fiamma ossidrica, motosega, martello pneumatico, etc. Trattasi di un prodigio tecnologico che farebbe la gioia di qualsiasi imprenditore del settore siderurgico, perchè garantirebbe una drastica quanto vantaggiosa riduzione di personale e macchinari.
Cosa dire di più. In sintesi, vediamo due antagonisti artificiali e, in mezzo, messi di cadaveri che traboccano dallo schermo. I dialoghi ( pochi) che innervano il tessuto narrativo si coagulano attorno ad un unico tema: lo scontro all'ultimo circuito. La struttura del film è rigida come i movimenti del Nostro TERMINATOR, la novità diventa una chimera. Il regista lancia il film a manetta, schiacciando il pedale sull'acceleratore della violenza, poi, però, innesta il pilota automatico, perchè la trama si lascia assorbire da visioni apocalittiche di una fantascienza demodè. A me il film risulta irrimediabilmente anacronistico, anche se l'interpretazione (?) di ARNOLD appare volenterosa, nel tentativo di dare un pò di verve alla pellicola. Il teutonico si propone con buona dose di autoironia, non troppo destabilizzante, cercando di muovere gli ingranaggi del film in chiave di commedia. Per il resto, nessuno si aspetti spettacolari contorsioni di trama. Fino alla fine... niente colpi di scena, perchè lo sceneggiatore non esce dal coma. Come nel secondo episodio della saga, SCHWARZIE è un TERMINATOR buono, quindi il giochino si ripete. Forse il vero colpo di scena lo cogliamo solo nella realtà dei nostri giorni. Perchè? Perchè l'attore principale che un secondo dopo i titoli di coda sembra imboccare il viale del tramonto, a sorpresa, vira opportunamente per il sentiero della politica, riciclandosi, ancora una volta, come il cibernetico personaggio che interpreta. Che ARNOLD sia finito veramente? Non lo so, ma vuoi mettere avere SCHWARZENEGGER in cartellone, con quella faccia granitica e il nome difficile a carattere cubitali ? Mi sembra di vederlo ARNOLD che dalla locandina afferma minaccioso: << SARETE COSTRETTI A RICORDARMI >>. E forse, a furia di film in serie e saghe interminabili, lo saremo per davvero. Dai, ARNOLD, non temere, contro critici cinematografici e detrattori politici, la migliore vendetta è il successo commerciale e personale.
In fondo, viviamo tempi in cui l'inquinamento cinematografico imperversa e si stabiliscono pericolose relazioni tra i vari films che si scrutano, si saccheggiano, si copiano in un processo continuo di fagocitazione reciproca. Qui, fortunatamente, TERMINATOR clona solo se stesso. Poco male se, in partenza, il film viene visto come un affare lucroso. Alla fine, si dimostra gradevole per gli amanti del genere, e questo, forse, può bastare in questa domenica di settembre. Alla prossima.