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NAPOLI MILIONARIA regia di Eduardo De Filippo

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Invia una mail all'autore del commento domeXna79     8½ / 10  20/09/2006 15:03:59Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Una pellicola semplice, intensa e ricca di significato.
Film che ripercorre uno spaccato di vita nei vicoli di Napoli, durante la seconda guerra mondiale, che poi “non è così diverso da milioni di altri vicoli” di qualsiasi città ..così si viene introdotti nelle diverse famiglie che abitano in quegli oscuri vicoli, costrette ogni giorno a fare i conti con una realtà fatta di difficoltà, miseria.
Inevitabilmente si cerca, attraverso degli espedienti, dapprima durante il fascismo, e poi durante la guerra, di sopravvivere ..ed allora viene fuori l’arte di arrangiarsi, crearsi dei lavori che non esistono (il morto, il falso colpevole, l’oratore politico), pur di sfuggire alla miseria (il personaggio interpretato da Totò diventa come “un cavallo che si affitta”).
Ma la guerra cambia anche la vita e la coscienza delle persone, è questo avviene in maniera lenta, senza neanche accorgersene, così chi prima era in miseria diventa, attraverso la borsa nera, ricco, ed al contrario chi prima veniva invidiato per il proprio status sociale ora si ritrova in difficoltà, dovendo indebitarsi per riuscire a sopravvivere.
Questa è la situazione che ritrova il nostro protagonista, dopo alcuni anni di prigionia (dovuta ad un consiglio, per sfuggire alle retate tedesche, sulla strada per ritornare a casa, che però non era stato richiesto), e che, anche dopo il conflitto, non riesce a dimenticare ..il popolo invece non vuol più pensare al passato, pur se i retaggi di questo non sono ancora cancellati.
Tutto il racconto è pervaso da una triste ironia, da una teatralità così cara al regista, in cui nulla risulta essere banale, ma sempre funzionale alla drammaticità degli eventi raccontati ..ogni personaggio, ogni singola storia, ci conduce a comprendere cosa, nella vita di ogni giorno, sia davvero la guerra.
Vi è la capacità, in questa pellicola, attraverso storie semplici, di raccontare la drammaticità della guerra e del dopoguerra, non attraverso battaglie o spargimenti di sangue, ma con qualcosa che risulta essere ancora più devastante ..la perdita di valori, di certezze, un egoismo che pervade le menti e mina le coscienze (“cosa ci è successo, cosa ci è successo”) ..ma poi vi è, come in tutti i film di De Filippo, un messaggio di speranza (espresso nella frase “Adda passà ‘a nuttata”).
Bellissima la voce fuori campo che apre e chiude il racconto..
Certamente uno dei più bei ed impegnativi film di Edoardo De Filippo.