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L'ORO DI NAPOLI regia di Vittorio De Sica

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Invia una mail all'autore del commento domeXna79     8½ / 10  21/09/2006 10:11:15Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Un bellissimo capolavoro del cinema targato De Sica.
Ottimi i diversi episodi che compongono questa pellicola, ognuno ricco di significato e perfettamente diretto (che, pur nella sua semplicità, è capace di toccare altissimi livelli di recitazione e narrazione) ..si riescono a scorgere tanti lati nascosti di una città ricca di espressioni diverse.
Dal primo episodio (con il principe della risata Totò) in cui si pone l’accento, attraverso la sopraffazione del locale boss, che si sostituisce all’autorevolezza della figura genitoriale, sulla debolezza di un padre di famiglia che vorrebbe ribellarsi a tale prevaricazione, ma che non ha il coraggio per farlo ..sarà lo scorgere di una debolezza del boss che porterà il protagonista a ribellarsi, finendo poi per ritrovare anche l’unione e la forza della famiglia.
Con il secondo episodio (con la bellissima Sophia Loren), nel quale la perdita di un anello all’interno dell’impasto utilizzato per la pizza, diventa un caso morale, di onorabilità, di rispetto che deve essere risolto, ritrovando l’anello ..poi il tutto si rileverà come l’astuta trovata per nascondere l’adulterio della protagonista.
Il terzo episodio (con il regista-attore De Sica), forse il più elevato di quelli che compongono quest’opera, pone la contrapposizione del piccolo figlio del portiere con un nobile in rovina, che si “sfidano”, in una surreale e intrisa di significato, sfida a scopa ..il volto dei due protagonisti rappresentano l’essenza dell’arte cinematografica, il dolce bimbo che è costretto a giocare una partita che non vorrebbe ed il nobile che ricercherebbe in quel gioco un riscatto, una rivincita rispetto ad un passato che lo ha condotto, proprio per il gioco, alla rovina (questo peraltro rappresenta anche la vera debolezza e passione di De Sica).
Poi il triste funerale del piccolo ed innocente bambino, che ha il torto di essere nato in una famiglia povera, ma che deve ricevere la degna sepoltura (toccante la ricostruzione del percorso funebre in quella piccola bara bianca, ed i confetti che vengono lanciati al passaggio del carro funebre).
Quella della prostituta (interpretata dalla bravissima Silvana Mangano), che sposerà un uomo segnato dal tragico suicidio della fidanzata, da lui stesso istigata, e che cercherà redenzione proprio nel matrimonio con il personaggio perfettamente interpretato dalla Mangano.
Ed infine quella del professore (magistralmente interpretato da Edoardo De Filippo), che dispensa consigli alla gente del popolo, che gli chiedono come poter risolvere i propri problemi ..qui la famosa scena della lezione di “pernacchie” ( che “per giungere al loro scopo devono fondere testa e cuore”).
Una ricostruzione limpida, della realtà e delle contraddizioni che si incontravano nei vicoli della città ..come sempre fonte di ispirazione per il maestro del neorealismo, il grande Vittorio De Sica.