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IL DIAVOLO VESTE PRADA regia di David Frankel

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Hilarion89     7 / 10  22/02/2007 23:03:30 » Rispondi
Come suonano le parole della celebre e"haute"*******...Vogue...Vogue...in questo caso Runway...Runway,diventa il podio in cima al"cautièr"fra i più alti del mondo.
Tratto da un celebre romanzo americano"Devil wears Prada",il soffritto è tutto ricalcolato sotto classe cinematografica,un pò cadente in quello che è il comune commerciale di ogni film hollywoodiano.
"Il Diavolo veste Prada"è l'essenza della moda,dell'alta classe,del puro meccanicismo di un mondo che nasconde valori sensibili per trafiggerli in veri e propri interessi"fisici".
Un mondo tanto di grande interesse nel periodo,ma che bene o male si conosce sotto ogni aspetto di puro materialismo e bisogno all'avanguardia di valori senz'altro poco morali...:"Quì si spendono miliardi e miliardi per la bellezza interiore"con tanto di risatina ironica del bravissimo Stanley Tucci,nei panni di uno stilista tuttofare di nome Gilen.
Ma cosa è davvero il mondo della moda?
Infamia o lode?
Miranda Priestly,direttrice della rivista modaiola Runway,rappresenta la Crudelia Demon tanto sospirata e temuta,tanto temuta quanto orgogliosa delle sue facoltà potenziali di offendere una "normale"ragazza di ogni giorno soltanto buttandogli uno sguardo dai piedi alla testa...
Andy,docile assistente di Miranda,saprà ricongiugere quella che è la sua vita da brava ragazza,casa e maritino,con maglioncino blu elettrico da seconda mano insieme alle imperterrite obbiezioni della Sign.Priestly...
In cosa ci ritroviamo di fronte ad un lascia e raddoppia,un gradino per salire in alto per sempre ed un altro per scendere e riacquistare la propria dignità per sempre,perdere le"chic"abitudini di una giovane borghese senza cuore e piangere di nascosto solo perchè non si è dimagriti di un chiletto durante la settimana.
La parola d'ordine del film è la magnificenza del lusso e della bellezza crudele di Meryl Streep,avara e cinica come le sue segretarie,con un cuore in panne,con sentimenti in difficoltà e soffocata da vesti strette e cappotti di vero visone.
Potevamo rispramiarci la visione di una retorica storiella d'amore con tanto di lieto fine...bhè se il film rassicurava una rimpatriata di diavoli"assicurati"che salivano per sempre su quella scalinata parigina affollata da fotografi il risultato non so se sarebbe cambiato,o tantomeno se sarebbe diminuita la godibilità che è di sicuro certa in tutta la durata del film.
Presentata anche alla ultima Mostra del cinema veneziano,il risultato della regia non perde gusto ma affina e rielabora un mondo tanto parlato ma così sconosciuto,così prevenuto alla quotidianità ma così vicino alla"normalità".
Non c'è solo cinismo e tacchi a spillo,ma anche tanto cuore e goccia di Chanel.