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L'AMICO DI FAMIGLIA regia di Paolo Sorrentino

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axel90     6½ / 10  09/08/2010 10:24:00Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Che dire? Leggendo i commenti ho scorto come ognuno degli utenti abbia delineato perfettamente e con giuste parole ogni fotogramma di questa pellicola.
Non potrei aggiungere altre frasi migliori, ma cercherei di motivare il mio voto.
Grottesco, surreale, decadente, "L'amico di famiglia" è una pellicola che denota ancora una volta come Sorrentino sia l'unico regista italiano a possedere un bagaglio tecnico-stilistico di alta qualità. Il suo Geremia de' Geremei è uno dei personaggi più luridi, schifosi, meschini mai apparsi sul grande schermo: brutto, maleodorante, putrido, tirchio, avaro, ipocrita, lussurioso... si muove sullo sfondo di una Latina sovrastante e accerchiante intorno alle semplici viti di poveri cristi che, per vedere realizzati i propri sogni (o vizi) si donano a Geremia. Immagini di grande potenza visiva e allegorica, dialoghi veloci, netti, secchi; poche battute, ma ognuna così incisiva e imponente.
Cosa allora realmente non funziona?
L'estrema ridondanza, l'esasperato utilizzo di scene metaforiche, l'ossessione quasi maniacale di sperimentare, rendere tutto fin troppo accademico, in seno a virtuosismi che sembrano a inneggiare ad un grande talento che sembra venire spalmato sulla pellicola con poca coerenza.
Questo nostro cinema italiano non sembra trovare l'equilibrio: o troppo poco o troppo.
Allora veramente che dire? Ottime sono le idee, ottima è la critica del male nella società che sembra non essere limitata ad un uomo che, per prognatismi consolidati, dimostra di esserne la completa incarnazione. Ma questo eccessivo sperimentalismo se all'inizio piace, dopo poco risulta ripetitivo e fuori luogo.
Giacomo Rizzo mostruoso nella parte di Geremia. Tranne la Chiatti, tutti perfettamente nella parte.