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L'AMICO DI FAMIGLIA regia di Paolo Sorrentino

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Invia una mail all'autore del commento emmepi8     8 / 10  06/01/2007 19:02:08Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Ha perfettamente ragione il regista, anche scrittore e sceneggiatore, nel definire il film una commedia, certo una commedia che ha molto a che fare con il grottesco e che adopera un'argomento come l'usura per farlo. Il personaggio principale rientra nei canoni del disgusto e platealmente ce lo mette di fronte sia fisicamente che in materia di ambientazione, ma quello che fa riflettere è che certi mostri esistono al di là delle apparenze, insomma è una società arrivata ad un livello mostruoso e quindi l'abito non fa il monaco, ancora di più. Chi è innocente in questo film? A parte il personaggio principale, la ragazza, lo vediamo ampiamente, non lo è e non lo è mai stata, il padre la segue a ruota specialmente nella confessione finale, quello che si professa amico sarà la rivelazione della vita del protagonista e così via. Sorrentino ha la sua nota che si ripete e che in fondo è la donna a cambiare le posizioni sulla scacchiera e qui lo dimostra in maniera forse più estrema. Dicono che il regista ha rimontato il film facendolo anche snellire dalla presentazione a Cannes, per come il film l'ho visto mi sembra un opera riuscita e ben costruita; da evitare i commnenti sciocchi di certi spettatori e personale di sala: Un film così non torni a verderlo-ma che spazzatura mi hai portato avedere...ect, è un film da vedere e gustare in una certa maniera, le immagini deleterie servono, anche con il disturbo fisico che ne deriva, a farci riflettere sulla nostra vita e non solo a sognarla per come non lo è. Il film mi fatto pensare, visto il personaggio principale, al film di Garrone L'imbalsamatore, ma li era un'ossesione con basi simili, ma diverse. Ottima fotografia di Bigazzi che è riuscito a capire in pieno l'argomento e l'impostazione