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AFTER LIFE (1998) regia di Hirokazu Koreeda

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Lucignolo90     8½ / 10  24/05/2013 01:46:28Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Bellissima l'idea del film di immaginare una specie di "limbo", di anticamera dell'aldilà in un edificio dalle terrene sembianze, un pò come Tornatore pochi anni prima aveva fatto con un commissariato in "Una pura formalità".
In un edificio scolastico questi "consiglieri" devono aiutare gente appena passata a miglior vita a scegliere il ricordo più importante del loro vissuto e a metterlo poi in scena filmandolo in studio per riviverlo in eterno una volta varcato il confine dell'altro mondo.
C'è chi, come Takashi e Shiori, non ha avuto mai avuto un ricordo degno di essere scelto e sono rimasti nelle vacue sfere di questo purgatorio, mettendosi a disposizione e diventando a loro volta consiglieri in attesa di far riaffiorare i ricordi. E per Takashi le cose cambieranno radicalmente quando una persona che ha avuto indirettamente un rapporto con lui nella vita passata, sarà un suo assistito.

La cosa sulla quale, credo a mio modesto parere, voglia far riflettere il film è che la gioia maggiori della vita, sia stata essa breve, longeva, dolorosa, gioiosa, vissuta in solitudine o in compagnia, non è tanto il ricordo che una persona ha riguardo le proprie esperienze personali, ma il fatto che sia stato o meno in grado di lasciare un'impronta nella vita di altre persone tale da essere ricordato da queste, tale quindi, da divenire a propria volta un ricordo; un personale modo per Koreeda di affermare attraverso canali a lui cari quali la memoria, il vero senso dell'esistenza di un essere umano, una minuscola tessera di un infinito puzzle che non può far altro che interagire con altre persone per dare un significato alla sua vita, tutto il vissuto suo e degli altri forma un flusso inesauribile, destinato a non cancellarsi del tutto nemmeno negli eterei spazi sconosciuti.

Tutto questo grazie al solo mezzo che può far rivivere ciò: il cinema. L'arte fatta di immagini in movimento catturate dalla cinepresa, quelle che possono far vivere per sempre chi vi è immortalato.