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LA NEVE CADE SUI CEDRI regia di Scott Hicks

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Invia una mail all'autore del commento Zazzauser     7½ / 10  04/09/2006 14:27:06Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Film che riesco a finire di vedere dopo mesi di sosta nell'incertezza per colpa di una cassetta registrabile troppo corta, si tratta di una pellicola nella norma, diretto da uno Scott Hicks reduce, tre anni prima, di uno splendido ed applaudito "Shine" con Geoffrey Rush. In questo caso Hicks si butta nella trasposizione cinematografica di un romanzo tratta da un bel romanzo dalla trama molto toccante ed originale, vincitore del premio Faulkner. Sullo sfondo, una comunità in cui convivono da anni giapponesi ed americani, convivenza rotta dai soliti pregiudizi scaturiti dal periodo a cavallo tra il secondo preguerra ed il secondo postguerra, nel quale alla fine i pregiudizi vengono sconfitti da principi come amore e giustizia, su cui si snoda un semi-giallo fatto di antichi amori ed antichi rancori. L'ambientazione mi è piaciuta molto perchè è piuttosto insolita e la scenografia è riprodotta bene. Belli anche i costumi.
Qualcuno potrebbe dire che si tratta sempre della solita storia d'amore, in cui il primo amore non si scorda mai ed il passato irrompe senza che si possa reprimerlo, in cui i buoni sentimenti vincono sempre. Ma vi assicuro che la storia è trattata con delicatezza ed i dialoghi e le situazioni non scendono mai nella retorica ed in ampollosità inutili, rispettando il fatto che è tratto da un romanzo e rispettando il lato drammatico della pellicola.
Questo lavoro quindi si lascia guardare soprattutto per la buona recitazione degli attori: bravi i due giapponesi, molto bravi Sydow e Cromwell, Hawke (già visto in "Gattaca", "Lord of War" e "Assalto al tredicesimo distretto") non è mai stato il massimo dei massimi ma non è neppure da buttare. Bellissimo il monologo di Sydow nell'aula processuale: "... così voi della giuria potrete condannare quest'uomo per quello che ha fatto, e non per quello che è..." ed altri pensieri sulla giustizia e la tolleranza. Ingiustamente sottovalutato, dunque consigliato.