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THE BLACK DAHLIA regia di Brian De Palma

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Invia una mail all'autore del commento Albertine     6½ / 10  10/10/2006 15:29:20 » Rispondi
“DALIA NERA” di James Ellroy non è un romanzo…è un’ossessione…un’ossessione contagiosa…è la grandezza di un autore che riesce a trasmetterti le sue ossessioni private…chi ne conosce la storia personale capirà di cosa sto parlando…del resto basta leggere la dedica…è una storia che per la sua intensità va oltre la lettura…è a tal punto morboso da costringere chi legge a prendere contatto con la propria morbosità…coinvolge e sconvolge più di quanto sia lecito aspettarsi da un libro…è scritto con viscere e sangue…per tutti questi motivi non mi è possibile prescindere da un testo che ho molto amato e molto vissuto e che secondo me resta impossibile da trasformare in film. Brian De Palma, regista che tra l’altro ho adorato e seguito fino a Carlito’s Way, al di là della perfezione stilistica e di una indiscussa capacità di costruire sequenze grandiose (su tutte quella della scala), è riuscito a rendere molto poco la sporcizia del testo…anzi ho trovato il film terribilmente patinato e soprattutto freddo…e poi Ellroy non è Chandler…Soprattutto mi chiedo chi è stato a scegliere gli attori? Li hanno estratti a sorte? Tutti gli interpreti principali sono inadeguati e fuori parte…Scarlett Johansson è insopportabile più del solito…ridicola a dir poco…una patetica caricatura…da De Palma non mi sarei aspettata un simile errore di valutazione...avrebbe almeno dovuto rendersi conto che un bocchino tenuto goffamente, unghie e labbra rosse e capelli platino non bastano a fare una dark lady…purtroppo temo che la sua espressione fissa da pesce lesso resterà sovrapposta nella mia memoria al meraviglioso personaggio di Kay Lake…Josh Hartnett è un bamboccione che cerca di assumere una improbabile aria da duro…persino la ottima Hilary Swank non è in parte…sembra un travestito e non perche’ non sia bella ma semplicemente perché non è adatta a quel ruolo, non ne ha la sensualità, la femminilità e l’aggressività necessarie…Eckhart e la Kirshner sono i migliori ed anche i bravissimi caratteristi naturalmente. Il finale è stato stravolto e l’unica scena che mi ha suscitato qualche emozione è stato il ritrovamento della scena dell’omicidio…il resto è puro manierismo…di ottima fattura ma pur sempre manierismo…