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I MISTERI DEL GIARDINO DI COMPTON HOUSE regia di Peter Greenaway

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atticus     7 / 10  02/03/2011 19:04:38Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Esordio ufficiale di Peter Greenaway sul grande schermo (in realtà il regista britannico aveva un retroterra produttivo mica da ridere, tra corti, documentari, installazioni artistiche e anche una folle riduzione filmica di un suo romanzo, "The Falls", cortometraggio della durata di tre ore suonate!), salutato a suo tempo da un incredibile giubilo della critica.
Il film è un'analisi affascinante e un pò tediosa sullo scarto inevitabile tra visione e conoscenza: può l'occhio riprodurre fedelmente quanto catturato dallo sguardo senza alcun ricorso alla ragione? Evidentemente no, dato che Greenaway imbastisce attorno a quest'idea (tutt'altro che nuova, si veda l'irrinunciabile "Blow Up" di Antonioni) tutto un racconto da giallo classico a sfondo storico con tanto di morto ammazzato e catarsi finale.
Di suo, il regista inserisce una critica alla sottomissione dell'artista nella societa, alla sua acquistabilità e al suo azzeramento di vis creativa, una sorta di prostituzione in contrasto con quella dell'acquirente, qui condannato volontariamente a pagare l'impresa artistica col proprio corpo.
Formalmente encomiabile, la fotografia di Sacha Vierny ricrea momenti di autentica arte visiva, come se lo schermo divenisse la tela del pittore, e le celebri musiche di Michael Nyman sono bellissime.
I contenuti, sebbene le apparenze altisonanti, sono il realtà pochini e il film in sé risulta snervante ed evanescente. Ha comunque i suoi meriti ed in più punti, grazie anche a qualche bel dialogo, è notevole.