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IL SELVAGGIO regia di László Benedek

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Beefheart     6½ / 10  28/05/2007 17:06:33Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Classicone anni 50 che si porta dietro il peso degli anni come un macigno sulla schiena. Tutto appare impietosamente datato: scneggiatura, recitazione, dialoghi e soggetto. La storia parla di un individuo scorbutico e ribelle che rifiuta a prescindere di scendere a patti con il prossimo, sacrificando il quieto vivere ad un'esistenza tribolata e sbandata. Costui è Johnny Strabler (Marlon Brando) che a capo di una folta banda di bikers non esita a seminare un po di disordine e, talvolta, panico, tra la gente comune delle pacifiche cittadine che attraversa in sella a quella che, a quanto pare, era la sua moto anche nella vita reale. A seguito di alcuni eventi roccamboleschi il protagonista si trova, suo malgrado, a dover fare i conti con l'onestà e la correttezza, immeritate, degli stessi che si ostina a rifiutare. A conti fatti il tutto ha un taglio piuttosto buonista e poco credibile; non avviene nulla di drammaticamente rilevante nonostante la situazione potenzialmente grave e rischiosa; i teppisti motociclisti, decisamente molesti ed ingestibili, oggi riceverebbero un trattamento ben più duro rispetto alla quasi simpatia suscitata nella gente di questo film ed il loro stesso capo sarebbe ben più spaventoso e meno bellimbusto rispetto a questo Brando impostato e sensibile che farà gola al pubblico femminile, ma che, sostanzialmente, non fa paura a nessuno e non convince affatto. In tal senso è molto meglio l'amico rivale Chino interpretato dall'ottimo Lee Marvin. Indubbiamente il regista si schiera con la filosofia di questi incompresi pionieri dell'easy-riders e, per mezzo del personaggio più positivo del suo film, lo sceriffo del paese, si contrappone ai borghesi cittadini che ritrae bigotti, ben pensanti, conservatori e violenti. Il problema è che, per come è messa giù, sembra più di avere a che fare con un'allegra compagnia di giovanottoni gogliardici ed un po bambinoni piuttosto che una vera e propria banda di anarchici motociclisti impuniti. Ovviamente il tutto, oggi come oggi, risulta debole, annacquato, banale ed infantile. Indiscutibile invece il fascino romanticamente hollywoodiano espresso dall'immagine iconografica di Marlon Brando in moto, col berretto di traverso, gli occhiali da sole a goccia ed il giubbotto di pelle, mentre, nel cuore della notte, trasporta la sua innamorata a lui abbracciata, fuori città, per poi rifiutarla virilmente e dirle che non fa per lui. Insomma un filmone, persino divertente, se calato in un preciso contesto cronologico e se si pensa al blasone che lo accompagna; assai più modesto e debole se valutato con parametri attuali ed oggettivi.
Marlon Brando  28/05/2007 17:20:34Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Infatti SONO dei giovanottoni goliardici e loro stessi non comprendono pienamente il loro spirito anarchico.