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LOLA MONTES regia di Max Ophüls

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amterme63     8½ / 10  12/01/2009 18:27:30Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Secondo me è un film che si presta a due differenti letture. Da una parte lo si può prendere come un film di spettacolo, un film che rimane impresso per la profusione di scenografie, colori, ricostruzioni; un film che fa breccia nel gusto corrente dell'epoca; insomma un film che colpisce l'occhio e l'immaginazione. Bisogna dire che da questo punto di vista è una piccola perla. Tanto di cappello per la cura con la quale viene predisposta la scenografia, dove ogni centimetro del raggio d'azione della mdp è riempito da qualcosa che descrive. Le scene stesse sono piene di azione e vivaci, con movimenti di macchina e punti di ripresa che sfiorano il virtuosismo. E' una pienezza che dà soddisfazione, che qualifica qualitativamente il lavoro svolto. Kubrick si ricorderà di questo film quando girerà Barry Lyndon.
Quindi a prima vista potrebbe sembrare un comune film in costume, magari di ottima fattura. In effetti le vicende narrate (la storia di una famosa cortigiana della Prima Metà dell'800) e il modo con cui vengono rappresentate (alcuni episodi salienti non molto approfonditi, focalizzati su dialoghi e recitazioni convenzionali) confermerebbero questa impressione.
C'è però qualcosa che disturba questo quadro apparentemente netto. Intanto il modo con cui Ophuls ci presenta le immagini: mai in maniera pulita o diretta, ma spesso con qualcosa davanti (una grata, dei mobili, delle candele), con piani e ambienti che si intersecano fra di loro; insomma cerca di distaccare lo spettatore da quello che vede, cerca di dare l'impressione di rappresentazione, come qualcosa che si svolgesse in un palcoscenico. Altro elemento perturbante è il racconto sfalsato, a incastro fra presente e passato, con il passato che fa da contrappunto al presente.
Il presente è un baraccone circense fatto di una realtà brillante ma illusoria, come viene rivelato proprio dai flashback che non sono in sintonia con quello che viene spacciato come accaduto. Ecco allora che l'attenzione si sposta sul personaggio di Lola Montes, sul netto contrasto fra quello che è diventata (un fenomeno da baraccone, un oggetto di curiosità, un mito esteriore) e quello che alcune scene ci fanno invece intravedere.
Veloci primi piani, battute dette sottovoce, le amare vicende del passato, il suo palese declino fisico, rivelano un'altra persona: triste, disillusa, malata. Soprattutto prigioniera, ormai definitivamente prigioniera (emblematica l'ultima scena) del suo personaggio. Non esiste l'essere umano Lola Montes ma solo l'oggetto della curiosità superficiale della gente comune. Guai se quest'immagine svanisse, sarebbe la fine anche dell'essere umano. E' questa la triste condanna, l'eterna prigionia della povera Lola.
Se si vuole il discorso lo si può estendere a tutto il sistema dello spettacolo presente e passato, come pure al film che diventa così una parodia di sé stesso. Sono passati più di 50 anni dall'uscita del film ma la situazione è più o meno la stessa. La gente continua a interessarsi quasi esclusivamente alle maschere collettive e sono ancora tante le Lole Montes che cercano fortuna e che trovano invece solo la prigionia eterna.