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DARK WATER (2002) regia di Hideo Nakata

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hghgg     7 / 10  26/03/2015 10:30:19Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Un film umido, molto umido, finisci di vederlo e hai i reumatismi.

Si, si ok, avete ragione tutti quanti, più o meno è sempre la solita tiritera. E si, Nakata ha una fantasia che te lo raccomando ma d'altronde il suo stile è questo e non è certo il primo regista a restare (magari fin troppo) fedele al suo stile e ai suoi personali cliché/ossessioni. Tra l'altro le idee ce le ha pure, sarebbe stato meglio se le avesse utilizzate nell'ambito di una sceneggiatura meglio scritta perché è quello il grosso punto debole del film, quello e un altro paio di cosette però, a dire il vero, a me non è mica dispiaciuto, non l'ho trovato poi così incredibilmente inferiore al capostipite "Ringu".

Che sia Nakata certo lo si capisce dopo 30 secondi, basta vedere tutta quell'acqua, acqua di la, acqua a catinelle, acqua ovunque, Nakata ha il chiodo fisso dell'acqua, vedi acqua in un J-Horror e dici "eccallà, è Nakata".

Più che altro a mio avviso il film decolla nel finale (che poi il modo in cui ci si arrivi sia scritto alla càzzo di cane è un altro discorso a cui arriverò) in modo pazzesco rispetto al nulla dei precedenti 70-75 minuti, sebbene fosse un nulla con una discreta atmosfera e un buon approfondimento della psicologia della protagonista e del rapporto madre-figlia che è la trave portante dell'intero film. Il finale, dicevo, fa in ogni caso decollare notevolmente il film anzi a dirla tutta il pre-finale. Fosse finito con la bomba d'acqua che esce dall'ascensore e investe la bambina dopo gli eventi appena accaduti questo film avrebbe guadagnato mezzo punto in più; oh, cavolo, è un finale veramente angosciante, uno ci rimane così, un po' di mèrda. Invece c'è la sezione dei "10 anni dopo" che non è brutta eh, aggiunge un tocco di poetica e maturità al film e gli da un ulteriore colpo di cruda malinconia e tristezza però se fosse finito con la scena dell'ascensore (fessa, hai sbagliato bambina!!!) l'avrei apprezzato ulteriormente.

A conti fatti mi aspettavo un horror e ho trovato un film drammatico dalle atmosfere scure e inquietanti, pregno delle tradizioni "ectoplasmatiche" giapponesi certo ma che non mi ha mai spaventato e in compenso mi ha lasciato una discreta dose di tristezza addosso; un Nakata con ambizioni un tantino più mature.

Ambizioni non sempre supportate dalla sceneggiatura che come detto lavora bene sulla costruzione del fondamentale rapporto madre-figlia (+ bambina fantasma senza la madre, altra fissa di Nakata, ovviamente la bambina è morta cadendo in una cisterna ed è affogata) e sulla psicologia della madre, peccato però che si dimentichi tutto il resto. L'atmosfera c'è, ma la narrazione è davvero debole, sembra davvero un ibrido tra un film drammatico più maturo e il più classico horror giapponese targato Nakata (e quindi "Ringu"); inoltre la caratterizzazione della morticina di turno lascia alquanto desiderare, è un personaggio debolissimo, al contrario dell'esci televisori di qualche anno prima, non spaventa mai, non impressiona mai e alla fine, con tutto il drammatico finale eccetera finisce pure per fare tenerezza e probabilmente la cosa era abbastanza premeditata. Però, prima, un po' di ansia almeno avrebbe dovuto trasmettertela e invece nulla, nada, nisba. Mi ha inquietato di più l'avvocato che aiuta la protagonista, che aveva lo stesso doppiatore di Vegeta. Càzzo, Vegeta in live-action! Infatti è inutile, come al solito.

Per non parlare dell'assurdità di come Nakata ci trascina verso il, per carità l'ho già detto bello, finale:

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Insomma, il finale è bello, drammatico e angosciante ma come detto il modo in cui Nakata ci arriva fa càcare.

Un film con alti e bassi insomma, con cose buone e altre meno con punti a favore (psicologia protagonista, rapporto madre-figlia, pre-finale molto riuscito) e altri a sfavore (sviluppo narrativo e sceneggiatura in primis, "villain" troppo morbido in secundis). Apprezzabile il fatto di spostare il tiro dalle solite tematiche di vendetta. In "Ringu" era vendetta, in "Ju-On" di quello strònzo di Shimizu era Vendeeeetta e solo veeendeeetta (alla Homer Simpson) e infatti i "villain" erano straordinari; qui no, non c'entra la vendetta la cosa è un poco più profonda, e il fantasma fa schifo... Non tutte le ciambelle riescono col buco. Ah e Shimizu, al contrario di Nakata, è strònzo perché si è spùttanato il film facendosi da solo il remake americano e rovinando totalmente il suo gioiellino (a cui mi sono pentito da tempo di aver dato solo "6 e 1/2" è molto più bello di quanto pensassi un tempo). Ha guadagnato uno sproposito quindi crètino no, ma strònzo di sicuro.

Infine...

Nakata voleva girare un J-Horror più malinconico e maturo di "Ringu"e in parte ci è riuscito secondo me, peccato che nel complesso "Dark Water" non convinca del tutto, resta comunque un valido prodotto nel genere a mio parere.