hghgg 7 / 10 26/03/2015 10:30:19 » Rispondi Un film umido, molto umido, finisci di vederlo e hai i reumatismi.
Si, si ok, avete ragione tutti quanti, più o meno è sempre la solita tiritera. E si, Nakata ha una fantasia che te lo raccomando ma d'altronde il suo stile è questo e non è certo il primo regista a restare (magari fin troppo) fedele al suo stile e ai suoi personali cliché/ossessioni. Tra l'altro le idee ce le ha pure, sarebbe stato meglio se le avesse utilizzate nell'ambito di una sceneggiatura meglio scritta perché è quello il grosso punto debole del film, quello e un altro paio di cosette però, a dire il vero, a me non è mica dispiaciuto, non l'ho trovato poi così incredibilmente inferiore al capostipite "Ringu".
Che sia Nakata certo lo si capisce dopo 30 secondi, basta vedere tutta quell'acqua, acqua di la, acqua a catinelle, acqua ovunque, Nakata ha il chiodo fisso dell'acqua, vedi acqua in un J-Horror e dici "eccallà, è Nakata".
Più che altro a mio avviso il film decolla nel finale (che poi il modo in cui ci si arrivi sia scritto alla càzzo di cane è un altro discorso a cui arriverò) in modo pazzesco rispetto al nulla dei precedenti 70-75 minuti, sebbene fosse un nulla con una discreta atmosfera e un buon approfondimento della psicologia della protagonista e del rapporto madre-figlia che è la trave portante dell'intero film. Il finale, dicevo, fa in ogni caso decollare notevolmente il film anzi a dirla tutta il pre-finale. Fosse finito con la bomba d'acqua che esce dall'ascensore e investe la bambina dopo gli eventi appena accaduti questo film avrebbe guadagnato mezzo punto in più; oh, cavolo, è un finale veramente angosciante, uno ci rimane così, un po' di mèrda. Invece c'è la sezione dei "10 anni dopo" che non è brutta eh, aggiunge un tocco di poetica e maturità al film e gli da un ulteriore colpo di cruda malinconia e tristezza però se fosse finito con la scena dell'ascensore (fessa, hai sbagliato bambina!!!) l'avrei apprezzato ulteriormente.
A conti fatti mi aspettavo un horror e ho trovato un film drammatico dalle atmosfere scure e inquietanti, pregno delle tradizioni "ectoplasmatiche" giapponesi certo ma che non mi ha mai spaventato e in compenso mi ha lasciato una discreta dose di tristezza addosso; un Nakata con ambizioni un tantino più mature.
Ambizioni non sempre supportate dalla sceneggiatura che come detto lavora bene sulla costruzione del fondamentale rapporto madre-figlia (+ bambina fantasma senza la madre, altra fissa di Nakata, ovviamente la bambina è morta cadendo in una cisterna ed è affogata) e sulla psicologia della madre, peccato però che si dimentichi tutto il resto. L'atmosfera c'è, ma la narrazione è davvero debole, sembra davvero un ibrido tra un film drammatico più maturo e il più classico horror giapponese targato Nakata (e quindi "Ringu"); inoltre la caratterizzazione della morticina di turno lascia alquanto desiderare, è un personaggio debolissimo, al contrario dell'esci televisori di qualche anno prima, non spaventa mai, non impressiona mai e alla fine, con tutto il drammatico finale eccetera finisce pure per fare tenerezza e probabilmente la cosa era abbastanza premeditata. Però, prima, un po' di ansia almeno avrebbe dovuto trasmettertela e invece nulla, nada, nisba. Mi ha inquietato di più l'avvocato che aiuta la protagonista, che aveva lo stesso doppiatore di Vegeta. Càzzo, Vegeta in live-action! Infatti è inutile, come al solito.
Per non parlare dell'assurdità di come Nakata ci trascina verso il, per carità l'ho già detto bello, finale:
la vasca da bagno si riempie tutta d'acqua (lercia) la piccoletta rimane a fissare l'evento, l'altra piccoletta (quella non tanto viva) la afferra dalla vasca e cerca di affogarla. Stacco, la madre (che nel frattempo aveva capito dov'era rimasto il cadavere della bambina, nella cisterna che guarda il caso nessuno aveva più pulito dall'esatto giorno in cui la piccola c'era caduta dentro, che sfìga però...) torna e trova la figlia svenuta e fracica sul pavimento, la prende in braccio monta in ascensore e scappa, l'ascensore si ferma al piano di sopra, dove c'è la casa della ex-bimba e cosa vede la protagonista ? Sua figlia che esce da quella casa! E allora, chi càzzo stai tenendo in braccio ? E olè, addio. Però adesso mi spiegate perché e come, dal tentativo di affogamento, la bambina è stata portata al piano di sopra. Il fantasma ha fatto tutta 'sta messinscena ? L'ha portata su e si è sostituita ? Se, vabè. E quanto è scema quella donna ? Oppure, e io non ci ho mai creduto, è vera la storia che i giapponesi sono tutti uguali.
Insomma, il finale è bello, drammatico e angosciante ma come detto il modo in cui Nakata ci arriva fa càcare.
Un film con alti e bassi insomma, con cose buone e altre meno con punti a favore (psicologia protagonista, rapporto madre-figlia, pre-finale molto riuscito) e altri a sfavore (sviluppo narrativo e sceneggiatura in primis, "villain" troppo morbido in secundis). Apprezzabile il fatto di spostare il tiro dalle solite tematiche di vendetta. In "Ringu" era vendetta, in "Ju-On" di quello strònzo di Shimizu era Vendeeeetta e solo veeendeeetta (alla Homer Simpson) e infatti i "villain" erano straordinari; qui no, non c'entra la vendetta la cosa è un poco più profonda, e il fantasma fa schifo... Non tutte le ciambelle riescono col buco. Ah e Shimizu, al contrario di Nakata, è strònzo perché si è spùttanato il film facendosi da solo il remake americano e rovinando totalmente il suo gioiellino (a cui mi sono pentito da tempo di aver dato solo "6 e 1/2" è molto più bello di quanto pensassi un tempo). Ha guadagnato uno sproposito quindi crètino no, ma strònzo di sicuro.
Infine...
Nakata voleva girare un J-Horror più malinconico e maturo di "Ringu"e in parte ci è riuscito secondo me, peccato che nel complesso "Dark Water" non convinca del tutto, resta comunque un valido prodotto nel genere a mio parere.