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DARK WATER (2002) regia di Hideo Nakata

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Godbluff2     7 / 10  04/06/2022 16:07:30Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
"Dark Water", il J-Horror che provoca reumatismi.
Nakata realizza il suo secondo piccolo classico di genere, quattro anni dopo "Ringu"; un film più delicato e malinconico con un registro più drammatico che sfuma l'horror, comunque presente ma in un contesto mai così intimo e umano, così semplice e familiare.
Qui non ci sono spiriti già "semi-divini" quand'erano in vita come in "Ring", mossi dalla rabbia e dalla vendetta, non c'è il solito torrente di rancore e la solita maledizione incentrata sull'odio, c'è molta più solitudine, rimpianto e tristezza.
Lo spettro di turno non è particolarmente feroce o vendicativo, più che altro è implacabilmente e disperatamente alla ricerca di affetto e calore (con tutta quell'umidità, lo credo) materno, pur agendo ovviamente in maniera irrazionale e distruttiva.
L'orrore entra nell'intimità di un comune e delicato contesto familiare, una donna con una difficile infanzia e problemi psicologici alle spalle, madre di una figlia, divorziata e in piena causa per l'affidamento della bambina, il lotta per dimostrarsi madre degna; naturalmente l'ingresso dell'elemento sovrannaturale amplifica anziché spezzare questa dimensione narrativa. "Dark Water" è un film equilibrato, piacevole, dove lo stile elegante ma piatto e rigoroso di Nakata è proprio la chiave per entrare con delicatezza nella vita della famiglia protagonista e con altrettanta cautela empatizzare con loro e anche con lo spirito senza pace.
Lo stile è quello tipico del genere e, per quanto riguarda la firma autoriale di Nakata, anche questo film è indissolubile dall'acqua. Onnipresente, l'acqua (anche se non marina questa volta) è fonte di morte, orrore, disperazione, oltre che simbolo di degrado e decomposizione, abbandono e be, un sacco di umidità, appunto. Nakata deve aver avuto brutte esperienze in acqua da bambino.
Bello il crescendo drammatico delle concitate sequenze finali, anche se stona con lo stile asciutto di tutto il film quella colonna sonora così esplosiva e così incalzante che viene fuori all'improvviso e che risulta qui un po' fuori contesto; bello anche il malinconico epilogo.
Non è un film particolarmente esaltante ma è piacevole nel suo complesso e ha qualche scena molto azzeccata (l'onda d'acqua che sgorga fuori, torrenziale, dall'ascensore, sarà una citazione al sangue di "Shining" ?) oltre a risultare forse il più "poetico" e maturo di Nakata. Molto carino davvero.