giumig 7½ / 10 14/11/2006 17:10:29 » Rispondi C'è meno silenzio e forse meno poesia in questo ultimo film di ki-duk, ma è altrettanto vero che è e rimane un film che, seppur pieno di dialoghi rispetto ai suoi precedenti lavori, è pur sempre concentreto sul ruolo centrale delle immagini: quelle mutevoli dei protagonisti e quella, bellissima, della statua a forma di mano che porta all'infinito. E poi è una denuncia verso la crisi di identità che attanaglia l'uomo moderno e verso l'apparire ad ogni costo.
Insomma un'alttra grande prova registica di questo magnifico artista, che riesce a sbalordire ed emozionare con la forza delle immagini e della parola.
Il finale come lo interpretate? La ragazza che urta la protagonista è anch'essa "vittima" dei bisturi che ha ricevuto come nuovo volto quello vecchio della protagonista...opure ki-duk ha voluto simboleggiare il tutto che ritorna, e il circolo viziozo che puo essere provocato dalla crisi d'identita?????