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GRAN BOLLITO regia di Mauro Bolognini

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Woodman     7½ / 10  08/08/2014 15:12:47Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Incerto ma memorabile film di Bolognini.

Regista elegante ma molto spesso annacquato nell'estetica fotografica e privo di vero spessore, Bolognini qui vira sul grottesco forte, e offre alle voglie del pubblico talmente tanto bel contorno da permettersi di farci dimenticare gli innumerevoli punti deboli.
In primis, ovviamente, un cast ricchissimo e pittoresco a dir poco, su cui svetta una Winters potente, doppiata da Regina Bianchi.
Poi, le atmosfere. Così eterogenee e stridenti, ora sacrali ora kitsch, ora sulfuree ora putrescenti, ora scabrose ora comiche. Al solito: piatto forte del mondo bologninesco, l'apparato figurativo è ottimo.
Infine le musiche di Jannacci, con la perfetta "Vita Vita" cantata da Mina (e inclusa nel suo straordinario album Quasi Jannacci, dove vi era un capolavoro quale "Ecco tutto qui"), insomma un'accoppiata da brividi.

Purtroppo il coinvolgimento latita spesso, lo script non è di prim'ordine e vi si adegua una regia non sempre convinta.
I difetti del regista emergono, specialmente v'è il dubbio che l'abbia pensato come ennesimo adattamento, stavolta un mezzo biopic (si parla della Cianciulli, ovviamente) di fragile ed evanescente eleganza, di spirito convenzionale e affaticata attenzione alla correttezza. Formalismo, insomma, la maniera. Maniera elegante ma effimera.
E quindi sorge anche il sospetto che il divertissement e il senso del grottesco siano visti come protesi, come elementi esterni affidati alla garanzia dei tre attoroni en travesti (Pozzetto è indimenticabile), e non come fluido essenziale, come parte integrante dell'opera, nella quale la rigidità tutto sommato labile del regista predomina e rischia di rovinare molti momenti, rendendoli anemici.
Insomma, un film squilibrato e poco coeso, ma che anche per questo risulta intrigante.
Un film che resiste, mantiene un fascino sublime e torbido, e si inserisce in quel filone accademico italiano che ha avuto i suoi alti e i suoi bassi, costituendo una parentesi di gioco fantasioso.

Ad ogni modo, tutto da godere, nonostante la cornice valga più del quadro.
Del resto non ci si fa nemmeno troppo caso.