kowalsky 7 / 10 21/10/2006 15:15:04 » Rispondi "L'amore" è una parabola come tante, una parola abusata, un invito spesso convenzionale... la magica parola usata da Rossellini indica tangibilmente un percorso sofferto, un periodo di transizione (questo è un film di transizione) verso una dimensione piu' matura ma anche meno neutrale (i film della Bergman, il "Suo" Francesco D'Assisi, e altre opere meno compiute). Per l'epoca "Il miracolo" (con l'apparizione sorprendente di Fellini come attore, prima di diventare regista) mi parve commovente e straordinario: ma il suo messaggio filtrato nel Cristianesimo (la barbona che vive un'inattesa maternità) mi sembra oggi pretestuoso e poco riuscito, malgrado la splendida prova della Magnani. Puo' sembrare paradossale, ma piu' Rossellini si allontana dai suoi temi, piu' è convincente: ed effettivamente "la telefonata" - dal testo di un'autore lontanissimo dalla sua concezione come Cocteau - è davvero un'esempio di ottimo cinema e dà l'opportunità alla Magnani di misurarsi con un personaggio piuttosto inedito e curioso, quello di una donna che litiga con l'amante. Episodio rifatto qualche anno fa da Citto Maselli in un film non troppo riuscito con la Muti (che non è, manco a dirlo, la Magnani). Insomma, un Rossellini in costante equilibrio tra l'abitudine e l'innovazione, alla ricerca di una nuova fase di maturità e di linguaggio espressivo
kowalsky 21/10/2006 15:16:08 » Rispondi Cioe' per l'epoca che lo vidi la prima volta , non sono così vecchio eh