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LA MEGLIO GIOVENTU' regia di Marco Tullio Giordana

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Invia una mail all'autore del commento fas     10 / 10  25/08/2003 01:03:14Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
E' sempre più raro realizzare e accorgersi che i giorni e le ore che trascorriamo vivendo fanno di noi quello che siamo....una lunga metamorfosi si compie su di noi senza la maggior parte delle volte averne la consapevolezza.E questo ci nega la vista..il valore delle cose che abbiamo di fronte.
Stupidi ma a volte anche stupiti di essere testimoni della vita che si esprime che si libera senza essere costretta ad irrigidirsi dietro schemi oramai imparati a memoria .
Una storia ,semplicemente..fatta di noi, di te, di lui, di lei , di loro di tutti che non ha l'arroganza di insegnare nulla Un Inno a vivere... semplicemente.
Una semplice ragazza.
MASSI DJ  25/08/2003 01:05:55Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
FAI PIù SESSO E SCRIVI MENO CAVOLATE! IL FILM è BRUTTISSIMO E NON INSEGNA NIENTE DI NIENTE.
fas  25/08/2003 06:45:11Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Buonanotte!
fas  25/08/2003 06:45:02Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Buonanotte!
gaia  27/08/2003 12:59:37Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
poveraccio te.
Mauro  25/08/2003 11:18:55Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Caro MASSI nonchè DJ...perchè tra un "afterhour", una sniffata e un coito con una delle innumerevoli "ragazze cubo" cadute folgorate ai tuoi piedi non fai finalmente affluire qualche globulo rosso fin su su in alto alla tua scatola cranica ancora in garanzia ??? Credimi...ti si aprirebbero davanti possibilità e mondi finora insospettati !!!
AUGURI !!!
Invia una mail all'autore del commento cuore di tenebra  27/08/2003 16:10:27Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
capisco ciò che vuoi dire, ma ho un timore che già mi era affiorato dopo aver visto lo splendido film di Giordana: non corriamo il rischio di cadere in una "attitudine contemplativa"? Voglio dire, è importante rendersi conto delle tracce, profonde, che la storia scava in ciascuno di noi, ma forse questi sono momenti nei quali sarebbe necessario porsi il problema di quali tracce, individuali e collettive, noi siamo in grado di incidere nella storia che abbiamo davanti... ma probabilmente è solo una mia illusione, una mia attitudine volontaristica.. mi piacerebbe sapere cosa ne pensi
Invia una mail all'autore del commento gianfranco roncarolo  30/08/2003 01:05:41Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Le società si adattano a sè stesse come possono. Poi, dopo del tempo, si osservano e si comprendono. Non esistono società umane che si costruiscono "in diretta". Così gli individui che le compongono si inseriscono nelle proprie società e nel proprio tempo "come possono" (come vedi dalle risposte qui sopra), salvo magari accorgersi di cosa sia stata la vita dopo anni. L'arte racconta le società, talvolta, e così riaggiorna i componenti di una data società sulle loro caratteristiche. Si può godere dei prodotti artistici senza che ciò costituisca un'alternativa al godimento del sesso, come quasi tutti sanno. E' importante che, come recitava una scritta di quegli anni, si impari a sbottonare il cervello con la stessa frequenza con la quale si sbottonano i calzoni.