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MAGNOLIA regia di Paul Thomas Anderson

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ULTRAVIOLENCE78     4 / 10  30/08/2009 21:47:02Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Un piagnisteo di tre ore insopportabile. Una parata di situazioni familiari ultra-patetiche, che Paul Thomas Anderson vorrebbe propinarci in una veste accattivante attraverso l’(ab)uso della narrazione a intreccio (molto in voga negli ultimi anni), ma che ad un occhio attento si disvelano in tutta la loro banalità. Peggio dell’Inarritu di “21 Grammi” e dell’Arriaga di “The Burning Plain” (peraltro sceneggiatore del regista messicano): “Magnolia” si configura come un’esaltazione dei ruoli familiari nel contesto di canovacci deprimenti e melodrammatici, aggravati dall’incombenza di un Caso che –“incredibile dictu”- si trasmuta in una Divina Provvidenza manzoniana, con tanto di citazione biblica annessa. Il momento più basso però è quello della canzonetta corale, nel quale il “patetismo” di cui è permeata tutta la pellicola raggiunge la sua acmè: sorta di apoteosi della s****, dove la lagna del singolo si amplifica nella sintonia e nella sinergia con tutti i personaggi della messinscena.
Da salvare soltanto la regia e il montaggio, che perlomeno rendono scorrevole la visione.
ULTRAVIOLENCE78  30/08/2009 21:52:04Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
La "censura" si è abbattuta sulla parola s-fi.ga.
julian  21/09/2009 01:00:04Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Ci sarebbe da discutere su questo film. Effettivamente è un pò come dici tu, si prende parecchio sul serio, ma ha tantissimi aspetti interessanti. Non merita l'insufficienza anche se è anni luce dai maestri di questo genere di film: Almodovar e Inarritu.
ULTRAVIOLENCE78  21/09/2009 09:29:49Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Ciao Julian, sì lo so questo film piace a molti e il mio voto contro-tendenza potrebbe suonare alquanto provocatorio, ma t'assicuro che non lo è. Il fatto è che negli ultimi tempi la mia linea estetica è molto cambiata, o forse si è più sempicemente radicalizzata: oggi non riesco più a sopportare melodrammoni in cui non si fa altro che piangersi addosso, soprattutto quando si mettono in scena storie che mirano esclusivamente ad una riconciliazione familiare, come nella fattispecie. A mio avviso, le acrobazie narrative di Anderson hanno in realtà solo la funzione di celare, o malcelare, delle vicende d'un banale sconcertante.
Prendi Inarritu: quanto di grandiosamente sconvolgente era riuscito a generare con il corto sull'11 settembre viene annullato e sconfessato, in 21 GRAMMI, con la messinscena d'una sorta di tragica soap-opera a episodi.ù
In ogni caso, perchè non lo commenti MAGNOLIA, sono comunque curisoso di sapere cosa ne pensi.

Ciao.
julian  21/09/2009 18:52:29Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Lo so che il tuo voto non è provocatorio e, anzi, capisco benissimo quello che tu vuoi dire. Le parti corali con musichette tendenti al melodrammatico (ce ne sono fin troppe...) sono le cosiddette trappolette, quelle che per alcuni bastano a fare di un film poesia.
Penso ad esempio a Donnie Darko, anche lì c'era una scena molto simile con Mad World in sottofondo.
Tuttavia i contenuti di questo film sono molteplici e le storie che racconta si possono leggere con più chiavi. Quando commenterò cercherò di esplicare meglio ciò che ti sto dicendo quindi aspetto tue risposte. Ciaoo.
ULTRAVIOLENCE78  21/09/2009 19:52:09Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Bien. Ciauz.