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GUMMO regia di Harmony Korine

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Invia una mail all'autore del commento tylerdurden73     7½ / 10  01/10/2009 14:06:42Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Già sceneggiatore del provocatorio “Kids” ,a soli 23 anni Harmony Korine debuttò con questo weird-movie ambientato nella provincia americana più squallida e degradata.
Oggetto di pesanti accuse dopo la presentazione al Festival di Venezia del 1997 a causa delle ripetute sevizie che i protagonisti infliggono a dei gatti,senza sapere che in realtà per queste tremende scene vennero utilizzati dei pupazzi,rimane un film difficile da digerire ma profondamente attraente.Un'opera immorale e stomachevole in più punti ,capace di esercitare una seduzione morbosa simile a quella che si manifesta quando si osserva qualcosa di oggettivamente brutto senza però essere in grado di distogliere lo sguardo.Questo è “Gummo” ,un film che trae nutrimento dal luridume morale e materiale,un concentrato di valori in pieno decadimento,una folle e pessimistica rappresentazione della gioventù americana la quale abbandonata a se stessa ci trascina nel peggiore dei mondi,quello in cui nessuno vorrebbe abitare,un inferno in terra in cui demoni-bambini viaggiano senza apparente possibilità di ritorno verso un malinconico e atroce crepuscolo.
Korine nonostante l’approccio pessimista e una rappresentazione sociale mefistofelica lascia che qualcosa di positivo,addirittura poetico, trapeli tra le pieghe marcescenti della pellicola.E’ una sensazione non meglio identificabile,simboleggiante quel barlume di speranza che deve esistere ovunque vi siano giovani vite ancora in grado di cambiare le loro coordinate esistenziali,o più semplicemente una visione meno nichilista di quel che si pensi ,la quale induce a scovare qualcosa di buono anche dove a regnare è la degenerazione assoluta.
Impostato come un documentario e privo di una sceneggiatura vera e propria,supportato da una colonna sonora particolare,vive su episodi legati tra loro da inquietanti fili conduttori come il disagio sociale, la deriva culturale e la violenza.
Inevitabile l’alone di leggenda che già permea la pellicola.Pare infatti che il cast, formato per lo più da non professionisti, per buona parte non riuscì a presenziare alla prima veneziana in quanto molti degli attori all’epoca della celebre kermesse stazionavano in carcere,mentre altri ,affetti da gravi problemi psichici, non furono per ovvie ragioni in grado di intervenire.