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GUARDIE E LADRI regia di Mario Monicelli, Steno

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Invia una mail all'autore del commento domeXna79     8½ / 10  22/04/2007 11:39:56Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Magnifica tragi-commedia interpretata dalla coppia Totò-Aldo Fabrizi.
Pellicola ottimamente sceneggiata (da Monicelli, Fabrizi, Flaiano e Brancati), ricca di spunti interessanti che con leggerezza riesce a raccontare le difficoltà del dopoguerra, l’arte di arrangiarsi del Sign. Esposito (attraverso imbrogli e piccoli furti) e dall’altra parte l’agente di polizia, caratterizzato da un forte senso del dovere ..con alcune punte di neorealismo che assegnano a questa pellicola un connotato assolutamente unico, la narrazione è capace di far ridere e riflettere allo stesso tempo, con due personaggi che sembrano affannarsi in una ricerca antitetica e che invece sono accomunati dal medesimo sentimento (la ricerca di una serenità familiare) ..il dialogo nell’androne del palazzo rappresenta un vero saggio di recitazione, con i due “nemici” che si fronteggiano esprimendo tutte le loro ragioni ma soprattutto tulle le loro difficoltà, il vivere tra disagi e ristrettezze (nella società del dopoguerra), confrontandosi semplicemente come uomini (come genitori), spogliandosi di ogni “etichetta istituzionale”.
Come dimenticare il dialogo al telefono tra il commissario e “l’autorità” che impone la sospensione del povero poliziotto fino al processo, esprimendo ironicamente tutta la sudditanza che il nostro paese doveva ai liberatori americani ..poi il famosissimo inseguimento (all’Acqua Cetosa), la cattura e la fuga del povero ladruncolo ..la ricerca, gli appostamenti i sotterfugi escogitati per entrare nelle simpatie della famiglia Esposito che il poliziotto e costretto ad inventarsi, fino al triste ed inevitabile epilogo.
Totò e Aldo Fabrizi sovrastano gli altri interpeti per bravura e presenza scenica (tra gli altri Aldo Giuffrè, Ave Ninchi, Mario Castellani) mostrando quella malinconia di fondo che molti grandi comici si portano inesorabilmente dentro, traducendola in espressività ..la direzione di Steno e Monicelli chiude il cerchio, con le stupende inquadrature della periferia romana ma anche del cupolone silente, che osserva e protegge la vita di uomini che si affannano per sopravvivere tra mille difficoltà.
Una delle pellicola più intense interpretata dal principe della risata e tra le poche che venne accolta favorevolmente da pubblico e soprattutto dalla critica (mai dolce con il grande comico napoletano) ..imperdibile!