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GUARDIE E LADRI regia di Mario Monicelli, Steno

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Dom Cobb     7½ / 10  17/09/2018 01:29:27Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Un abile truffatore riesce con l'inganno a sottrarsi all'arresto da parte del grasso sergente di polizia; questi ha tre mesi di tempo per ritrovare il ladro, pena il licenziamento. La ricerca del ladro e il conseguente contatto con la sua famiglia avrà risvolti imprevedibili...
La commedia italiana anni '50 è segnata dalle mani di futuri maestri del genere ancora in erba come Steno e Mario Monicelli, e soprattutto dai talenti di mostri sacri della recitazione come Totò e Aldo Fabrizi; questo "Guardie e ladri" è, sotto certi aspetti, l'apice di questa prima fase del genere che per tanti decenni e con cambiamenti vari, ha fatto la fortuna del cinema italiano più di qualsiasi altro.
Ora, io apprezzo vivamente il talento e lo sforzo profusi nella maggioranza di questi lavori, soprattutto in quest'epoca ormai tanto lontana da noi, dove anche se il prodotto finale non era all'altezza, se non altro si aveva la certezza che le persone che l'avevano realizzato non erano affatto degli idioti o degli sprovveduti, a differenza di oggi. Detto questo, Totò, il principe della risata, è uno dei comici del suo tempo che mi riesce più difficile da digerire: è come una spezia, va bene a piccole dosi, ma francamente un intero lungometraggio con lui al centro lo sopporto a fatica. Ad essere sincero, non so neanche se la colpa sia sua o del tipo di commedie di cui fa parte: questo film è simile a tanti altri della sua epoca, dove al posto di una trama vera e propria si ha una serie di episodi che avvengono senza una vera soluzione di continuità e incastrati fra un inizio e una fine, senza una convenzionale struttura a tre atti cui molti sono abituati; dove al posto di una sceneggiatura pregna di battute fulminanti si ha il gusto per l'improvvisazione, la quale consiste per lo più in urla e strepiti e in uno stile di recitazione esagerato e sopra le righe che raramente trovo divertente.


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"Guardie e ladri" contiene in sé tutte queste caratteristiche; e anche se le ho già viste utilizzate in modo meno convincente di questo ("L'imperatore di Capri" è un esempio perfetto al riguardo), considerato che, a dispetto della cornice neorealista della vicenda, si tratta in fondo di una commedia prima di tutto, non posso andare oltre un certo voto visto che non è riuscito a farmi ridere più di tanto.
A sollevare l'asticella semmai ci pensa il finale, che di punto in bianco prende una piega inaspettatamente dolceamara;


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in effetti, col senno di poi si potrebbe dire che il film rappresenta allo stato embrionale quello che diventerà in seguito lo stile e le idee di Monicelli, in fin dei conti il superiore e più fortunato dei due registi.
La sequenza finale contribuisce a dare il cuore e l'anima a un film che, senza, sarebbe stato fatalmente vuoto e riesce a controbilanciare la sostanziale carenza di risate fino a quel momento. Posso dire che "Guardie e ladri" è finora il miglior film di Totò, ma visto quel che ne penso del suo stile di commedia e degli altri lungometraggi in cui l'ho visto protagonista, non è che voglia dire molto.
Invia una mail all'autore del commento marco986  17/09/2018 17:10:25Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Il film è considerato da tutti(compreso i critici più autorevoli e dallo stesso Totò) come uno dei suoi migliori. Sceneggiato da grandi autori come Brancati, Flaiano e Monicelli ebbe un successo tale che è stato esportato in tantissimi paesi comprese Russia e Cina(il regista Lizzani raccontava di aver visto folle di cinesi che ridevano alle battute di Totò)
Sulla comicità di Totò dipende dai gusti. A me piace moltissimo. Dipende anche da quali film hai visto ci sono capolavori che vanno visti come la Banda degli onesti, miseria e nobiltà, i tartassati o anche il Totò pasoliniano di Uccellacci e uccellini. Ciao
Invia una mail all'autore del commento marco986  17/09/2018 17:15:45Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Senza dimenticare che è stato diretto anche da De Sica nell'Oro di Napoli, Monicelli nei Soliti ignoti e Rossellini in dov'è la libertà