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LUCKY LUCIANO regia di Francesco Rosi

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Niko.g     7 / 10  18/12/2014 10:58:35Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Nel 1928 Don Vito Cascio Ferro venne arrestato e dalla sua cella non arrivò più alcun segnale. Salvatore Maranzano decise di prendere il potere, ma non era pronto per fare il Padrino e fece scoppiare una guerra nel mondo del crimine: la guerra castellammarese. In uno degli scontri cadde anche Salvatore Lucania. I killer lo lasciarono appeso a un gancio con le ossa rotte e la gola tagliata, convinti che fosse morto. Invece Salvatore si salvò. Da allora tutti lo chiamarono "Lucky", "fortunato". Lucky Luciano.

Di lui racconta, con tono crudo e quasi sconsolato, Francesco Rosi. Una narrazione poco organica e priva di spettacolarizzazioni, ma non certo per mancanza di materiale pirotecnico. A Rosi, infatti, interessa evidenziare le connivenze, l'omertà, gli equilibri di potere, ciò che ha permesso a Lucky Luciano di sfuggire alla cattura, nonostante si discutesse dei suoi traffici di eroina perfino ai tavoli dell'ONU.
Le poche scene d'azione sono rappresentate con sequenze fulminee di grande impatto, che mostrano l'assoluta padronanza del linguaggio cinematografico di questo nostro regista.
Il ritmo, però, non sempre coinvolge e il suo protagonista è quasi ai margini della narrazione, nonostante le responsabilità dirette e gravissime (fu lui, si disse, a drogare l'America).

Da segnalare, oltre al fuoriclasse Volontè (qui fin troppo sprecato), anche un ottimo Rod Steiger, premio Oscar ne "La calda notte dell'ispettore Tibbs" e perfetto Ponzio Pilato nel capolavoro di Zeffirelli.