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L'UOMO CON LA MACCHINA DA PRESA regia di Dziga Vertov

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Invia una mail all'autore del commento wega     8 / 10  15/09/2008 14:01:00Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
La principale riflessione che non ho potuto non fare guardando questo documentario sperimentale è quanto sia importante -anzi il più importante- il montaggio, come componente cinematografico. Nei titoli di testa infatti scorrono "assenza di sceneggiatura, attori, scenografie...", ma non è stato possibile omettere l' assistente al montaggio. Vertov non ha voluto far altro che inventare un nuovo linguaggio cinematografico, creando un non-linguaggio che annulla completamente quello già presistente. E' l' esperimento precursore di tutti i metafilm degli anni a venire ed il maggiore rappresentate del "cine-occhio", l' occhio come obiettivo cinematografico, in grado di catturare la realtà circostante, l' unica, secondo l' autore, che ne valga la pena trasporla su grande schermo. Difficile dare un giudizio oggettivo, le lotte tra le classi, uno sguardo socialista verso il futuro, la frenesia della società accanto l' imminente collasso -probabilmente questo significa l' uso del fermo immagine- ne fanno un' opera di una straordinaria forza espressiva.