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ULISSE regia di Mario Camerini

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Terry Malloy     7 / 10  14/02/2013 23:42:14Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
C'è un fotogramma-capolavoro in questo scialbo, ma affascinante (ossimoro totalmente voluto) peplum italiano, il fotogramma che connette l'accorrere di Nausicaa alla stanza di Odisseo (per farsi vedere) all'inizio dell'immenso flashback (che coraggio che aveva Omero) sulle multiformi avventure del Laerziade. Uno stacco così è qualcosa che non andrebbe dimenticato, che conferma la maestria di Camerini (il cineasta-letterato "minore" d'Italia, dopo Visconti) e che personalmente userei continuamente, se fossi un regista.

Per il resto credo sia stato detto già tutto dagli ottimi colleghi qua sotto. Ma vorrei fare alcune considerazioni sparse: Silvana Mangano è brava, ma soprattutto è splendida. Questo salva una recitazione troppo fuori dalle righe, anche se c'è da dire che Penelope è il personaggio che più mi ricorda i "gooi" (pianti e lamentazioni funebri) del genere tragico che verrà, è un personaggio sconsolatamente triste, e nei dialoghi omerici (specialmente nel libro XIX) più volte reitera lo strazio e la commiserazione sulla propria sventura. I Greci non avevano paura di eccedere nel patetico. Come già ricordato, l'Odisseo di Kirk Douglas è semplicemente immenso e indimenticabile. Anthony Quinn devastante. Ma eccelso in generale il resto del cast. Bunueliana la scelta Circe/Penelope.

E' un film che, al di là del grande cancro del cinema anni '50, ossia l'intrusiva e ossessiva colonna sonora, conserva molto del suo fascino (Polifemo è ancora convincente, anche se avrei gradito un accenno, come del resto è anche nel libro IX, ai Lotofagi) nonostante, come alcune persone capaci hanno argutamente osservato, sia un imbiancato pezzo da museo ormai.
Bellissima anche la scena della "nekuia", la rievocazione dei morti.

Si potrebbe scrivere qualcosa di interessante, a mio parere, sul rapporto che l'Italia anni '50 aveva con i poemi omerici, perché alcune scelte sono palesemente ideologiche: la mancanza totale del mondo divino (nonostante qualche accenno polito) - nell'Odissea i numi sono una presenza assolutamente reale e fenomenica -, gli inutili (in un'ottica non ideologica) prologo ed epilogo assertivi, una miscela di opinione e riassunto, qualcosa di poco comprensibile, ma di speciale valore comunicativo in una visione socio-culturale. E tante altre cose. Resta comunque un film che consiglio vivamente, l'Odissea è sempre uno spettacolo straordinario e commuovente.