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ULISSE regia di Mario Camerini

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frine     7 / 10  11/07/2006 01:47:53Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Dico la verità: passa per il migliore 'péplum' italiano, ma personalmente non mi ha molto convinta. Grande impegno produttivo, sceneggiatura affidata ad una prestigiosa équipe (comprendente, fra gli altri, i drammaturghi Irwin Shaw e Ben Hecht), cast stellare.
Eppure, c' è qualcosa che non regge alla prova del tempo, e finisce per rendere più convincente e godibile il successivo film TV "Odissea" di Franco Rossi.
Anzitutto, i colori. Ma perché tutto quel verde, che per i Greci era il colore della paura? Certo, il senso cromatico dei Greci era molto diverso dal nostro (ad esempio, il mare era di volta in volta 'nero', 'colore del vino' ovvero 'blu scuro'), ma proprio per questo sarebbe forse stato preferibile attenersi a colori 'moderni': tanto vale...
Altro punto dolente: l'associazione/identificazione dei personaggi femminili. Che Circe e Calipso fossero più o meno la stessa cosa, era intuito già da Alberto Savinio ("Capitan Ulisse") e da Cesare Pavese ("Dialoghi con Leucò"). Ma il film va oltre, trasformando Circe/Calipso in un duplicato di Penelope, frutto dell'anelito di Ulisse al ritorno in patria. Allora, però, perché fare eccezione per Nausicaa? Pur di avere sulla scena la bella Rossana Podestà, gli sceneggiatori sono costretti a ricorrere ad un'improbabile amnesia di Ulisse.
Beninteso, "Ulisse" è un film colto, e lo confermano alcune citazioni dagli scrittori moderni sopra ricordati. Valeva la pena insistere in quella direzione? Forse. In ultima analisi, però, il film non osa distaccarsi troppo dalla tradizione.
Il risultato -paradossale- è che il grande assente è proprio il mondo omerico, che nell'Italia degli anni '50 era ancora, nella percezione predominante, quello di Vincenzo Monti ed Ettore Romagnoli, e degli eroi epici filtrati attraverso pitture vascolari del V e IV secolo. Eccoci così un'ombra di Achille bruno e barbuto, un'icona di Atena che richiama immagini classicheggianti di fine Ottocento, oltre ad arredi e acconciature che forse un regista di oggi avrebbe evitato.
Interessante la caratterizzazione del 'sovversivo' Antinoo, che tuttavia assomiglia troppo a Zampanò. Stupenda Sylvie nel ruolo di Euriclea. Sempre incisivo Kirk Douglas, anche se molto rodomonte e poco "polymetis'. Incantevole la Podestà. Ho dimenticato qualcuno? Chissà perché....
Terry Malloy  14/02/2013 23:25:02Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Complimenti.