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PUNK STORY regia di John Waters

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Invia una mail all'autore del commento tylerdurden73     7½ / 10  01/02/2013 11:10:25Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Una favola mostruosa, così parlò John Waters. Ed in effetti la definizione aderisce bene alla pellicola, meno ripugnante rispetto ad altri lavori del regista di Baltimora ma sicuramente graffiante nell'esaltare la lotta di classe mediante la turpitudine tragicomica.
La satira sociale impregna per intero quest'incubo ambientato nella vomitevole baraccopoli di Mortville, dominata dalla ributtante regina Carlotta, ovvero l'indimenticabile mangiatrice di uova di "Pink Flamingos".
Lo squallore del luogo accoglie la borghese Peggy accompagnata dalla domestica Grizelda, non prima che le fuggiasche abbiano incrociato un poliziotto feticista della biancheria intima femminile. Scappano in seguito all'omicidio del marito della nevrotica Peggy, avvenuto in maniera a dir poco grottesca. Ovviamente il cattivo gusto impera tra varie e repellenti nudità, genitali recisi, topi e scarafaggi offerti come banchetto e una follia generale che non sminuisce la portata critica della pellicola, per nulla superficiale nel trattare la tirannia della regina nei confronti del proprio popolo, costretto alla fame e allo sporco, mentre lei, dal suo castello di cartapesta, promulga editti dementi, si ingozza con ogni ben di Dio e si accoppia con aitanti giovani.
Finirà col passare il segno e come in ogni favola che si rispetti i buoni vinceranno, anche se capire chi stia dalla parte giusta è piuttosto sfuggente. Sicuramente il finale esula dall'intramontabile "e vissero felici e contenti", sostituito da una feroce quanto veritiera invettiva e da un colpo di pistola nel deretano.
Waters si attornia della collaudatissima crew tra cui spicca Mink Stole, molto efficaci anche Susan Lowe, imbruttita a dismisura per l'occasione, e la new entry Liz Renay, ovvero la bambolona platinata dal corpo sfatto.
Mancano all'appello due eminenze della Dreamland Production, ossia David Lochary, morto qualche anno prima e la travestita Divine alle prese all'epoca con altri impegni professionali.
Un appunto: evitare le versioni censurate che girano in Italia è obbligatorio per godere appieno dell'irriverenza di Waters.