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BULLET BALLET regia di Shinya Tsukamoto

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Invia una mail all'autore del commento tylerdurden73     8 / 10  26/01/2011 11:26:30Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
A seguito del suicidio senza chiare spiegazioni da parte della compagna il pubblicitario Goda sprofonda in uno stato di profonda prostrazione che lo induce alla forsennata ricerca di una pistola.Forse per emulare l'insano gesto,forse per vendicarsi di quei bulli che continuano a tormentarlo.
Attorno alla Chief Special,la piccola arma da fuoco bramata dal protagonista interpretato dallo stesso Tsukamoto,prende vita un mondo sotterraneo di emarginazione sociale in cui brutalità e prepotenze prosperano in quanto non soppresse da regole e imposizioni.
Tsukamoto suggerisce i suoi intenti,lasciando allo spettatore spesso e volentieri le conclusioni che instradano verso una collettività sofferente,in cui un buon impiego e denaro non sono bastanti per dare un senso ad esistenze sempre più dissociate.La comprensione coincide con la morte della compagna,forse mai conosciuta davvero e inequivocabile indizio di legami sempre più accentratori.
Un oggetto inanimato come una pistola diventa strumento attraverso cui supplire a una vita passata sottotraccia, senza nessuno slancio e organizzata in un incrollabile tran-tran.
Il mondo avvolto da un carico bianco e nero è traboccante di violenza,componente imprescindibile del pensiero estremo di Tsukamoto,tanto quanto montaggio e regia dal ritmo indiavolato e la consueta colonna sonora post-industriale.Gli eccessi disorganici di "Tetsuo" e la devastazione fisica di "Tokyo Fist" sono visioni remote,ma "Bullet Ballet" è a sua volta un apologo sulla trasformazione,sul cambiamento causato da eventi dolorosi e dal metallo,questa volta privo di qualsivoglia combinazione carnale ed isolato in una condizione mentale,quindi più intimista.
"Bullet ballet" insiste su coordinate di intensa malinconia e tormento,espone una tipologia di solitudine urbana tanto cara all'autore e infonde desideri che per essere conseguiti esigono un sacrificio drastico.