cambia registro assurgendo direttamente allo status di capolavoro. Oltre a tutti gli elementi della sua consueta poetica apparsi fino a quel punto (stupendo il volto del fratellastro), con l'aggiunta invece un po' inconsueta di quelle strane musiche quasi alla X-Files, dopo esce fuori pure il suo inconfondibile stile "industrial" (che non c'azzeccherebbe nulla con la tipologia di film, un po' come quelle ciminiere in Vital) partorendo un prodotto strano ma perfetto. La scena della resa dei conti (nuovamente, con sé stesso) e i secondi finali sono semplicemente geniali. La fotografia, poi, è da paura.