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GEMINI regia di Shinya Tsukamoto

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Invia una mail all'autore del commento tylerdurden73     8 / 10  20/10/2010 15:31:50Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Tsukamoto affronta il tema del doppio nella società giapponese durante il periodo Meiji, prospettando un accostamento con i tempi odierni.Opta per una fotografia dai colori saturi,elimina il suo celebre espressionismo frenetico e si vota ad una regia,che episodiche sequenze a parte, si distingue per lo stile pacato.
Per la prima volta il regista si addentra in una vicenda collocata nel passato sfruttando una sceneggiatura non sua,ma ricavata da un’opera di Ranpo Edogawa,scrittore nipponico affezionato a tematiche oscure.
La pellicola è in grado di angosciare sin dalle prime battute,la minaccia che incombe sulla famiglia di Yukio,stimato medico sposatosi con Rin,donna affetta da amnesia e punto focale della vicenda,si distingue con trepidazione tra dialoghi sussurrati e atmosfere opprimenti.Il tangibile concretizzarsi del pericolo e il successivo scambio di ruolo diventa occasione non solo per un drammatico confronto tra le parti in causa,provocato da sete di rivalsa e amore per Rin,ma anche micromodello sociale sulla versatilità e l’integrità morale dell’individuo.
Evidente è la catalogazione societaria,netta e irreggimentata senza speranza.Altrettanto interessante notare come la natura umana renda possibile un veloce adattamento a contesti ignoti.Se per l’impostore è meno spiacevole conformarsi agli agi del benessere, limitandosi al rispetto di regole comportamentali che lo trascineranno tragicamente sino fargli sconfessare la sua stessa esistenza,sarà più dura per il defraudato accettare una terribile pena del contrappasso che lo avvicinerà ai patimenti della gente meno abbiente,così tanto disprezzata.Tsukamoto maschera la sua ossessione per la metamorfosi strutturale con ingredienti distanti dagli eccessi cyberpunk, contrapponendo comunque disfacimento e innovazione,sia mentale che fisica,in quella che di fatto è una rinascita.