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ROSETTA regia di Jean-Pierre Dardenne, Luc Dardenne

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Invia una mail all'autore del commento tylerdurden73     8 / 10  13/12/2011 11:31:50Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Recita il noto adagio:chi trova un amico trova un tesoro.
Ed è in quel finale sospeso e straordinario,in cui il gesto vale più di mille parole, a riassumersi un concetto di solidarietà quasi misericordiosa intrisa di un affetto profondo che si cementa mediante una mano tesa.
Rosetta ha appena perduto il lavoro,abita in una misera roulotte situata in un camping gestito da un laido individuo e si prende cura di una madre alcolizzata pronta a vendersi per qualche bicchiere.
La ragazza è impetuosa,riluttante all' affetto anche quando questo gli viene donato in modo genuino,la sua condizione in cui ogni possibilità di vita normale le viene negata non le permette di rammollirsi nella crudele lotta tra poveracci.I fratelli Dardenne ne seguono i movimenti frenetici con attaccamento ossessivo,in questa che è una delle loro primissime opere inaspriscono ancor di più la loro sobrietà estetica accogliendo per certi versi uno stile "dogmatico" fatto di camera a spalla ,quasi totale assenza di musica e a un estenuante utilizzo di primi piani in cui spicca l'espressività di Emilie Duquenne,premiata come miglior attrice a Cannes nel 2001 e sparita dai circuiti che contano dopo l'avventura horror "Il patto dei lupi".
Il deprimente ed umido paesaggio restituisce l'indifferenza emotiva della protagonista tramutatasi in animale selvatico dalla condizione sociale in cui è precipitata ,la sua sopravvivenza passa per comportamenti insistiti nel tentativo di trovare lo spiraglio giusto per svoltare.I Dardenne non aspirano alla comprensione dello spettatore,anzi,alterano ai limiti della sopportazione il loro personaggio,ne descrivono e ne colgono i lati peggiori evitando di tutelarla in ogni modo,così facendo riescono ad afferrare e sviluppare in pieno il disperato bisogno di non soccombere in una società disagiata in cui è l'impossibilità di esserci ed affermarsi,più che la mancanza di denaro, a decretare la fine.
Il film è divenuto in patria un manifesto contro la disoccupazione,tanto che con "Rosetta" in Belgio si indica una legge emanata proprio per aiutare i giovani lavoratori.