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MASTERS OF HORROR: JENIFER - ISTINTO ASSASSINO regia di Dario Argento

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Invia una mail all'autore del commento Tempesta     10 / 10  22/10/2006 23:17:44Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Sirene, ninfe dei boschi, gorgone, donne-uccello: creature mitologiche che da sempre affascinano l'immaginario collettivo con la loro potente forza ammaliatrice. Esse, secondo il mito, nascono tutte dal sangue scaturito da un corno del dio Acheloo, rappresentato con testa di toro, strappatogli via da Eracle durante la loro lotta: dal sangue che fecondò la terra nacquero le "divine cantatrici". Le ninfe, che secondo le leggende abitano luoghi dove "acqua e terra si toccano" occupano il territorio simbolico dell'energia sessuale pura e incontaminata, in procinto di sbocciare alla pienezza. Descritte in
molti testi come creature orribili capaci però di sedurre attraverso
le loro incantevoli movenze e i loro ipnotici canti, le ninfe sono
spesso ritratte come spietate divoratrici di uomini che hanno la
sfortuna di imbattersi nel loro cammino. Il loro amore può essere
immenso, ma altrettanto potente è il loro odio selvaggio. Talmente
potente da irretire uno dei registi di horror maggiormente sensibile
agli influssi malefici provenienti da chissà quale dannato inferno:
Dario Argento. Nella sua "Jenifer" possiamo ritrovare l'incarnazione
più animalesca di questi miti perduti nel tempo. Il film è stato
presentato in anteprima al Torino Film festival, ed è uno dei tredici
episodi di "Masters of horror", la serie tv horror americana firmata da Mick Garris costituita da tredici episodi (della durata di circa 60 minuti) firmati dai più importanti registi del genere.
Basato su un classico del fumetto scritto da Bruce Jones negli anni 70, Jenifer è la storia di una creatura femminile dal volto mostruoso e dal corpo seducente capace di catturare un uomo prescelto nella sua
morbosa rete e nello stesso tempo divoratrice di corpi. Se nel mito
della ninfa possiamo trovare la base mitologica di Jenifer, il suo
comportamento animalesco e bestiale la avvicina in parte ad alcune
figure della mitologia africana come la donna-cane, o ad altri miti del cinema o della letteratura che fanno riferimento a "uomini selvaggi".
Vi è nello stesso tempo qualcosa di primitivo in Jenifer, un istinto
arcaico verso il piacere carnale che l'uomo civilizzato cerca di
controllare. Tutto questo fa del film di Dario Argento un'opera
incredibilmente perversa. Se il protagonista infatti sembra
"ipnotizzato" da una sorta di incantesimo, dall'altra egli sembra
volutamente attratto dalla creatura, morbosamente ammaliato da un gioco di parti "schiava-padrone" che è poi il fondamento delle pratiche sessuali sadomasochiste (non a caso vi sono diversi rimandi a lacci, corde, collari che legano e stringono i corpi). Ma l'immaginario a cui attinge Dario Argento va ricercato anche nel filone degli horrror sui freaks, in particolare nell'omonimo film di Tod Browning; e ancora se vogliamo i riferimenti più espliciti ricordano "The elephant man" di David Linch. Un film fortemente citazionista dunque quello di Argento, che proprio a causa di questo alone di arcaiche presenze mitiche riesce davvero a spaventare. Il trucco della terribile creatura è davvero agghiacciante, e la tensione generata dal suo imprevedibile e bestiale atteggiamento mantiene la tensione molto alta durante tutta la pellicola. Morboso, perverso e decisamente sanguinolento, Jenifer si presenta come un lavoro che poco ha a che fare con gli ultimi lavori di Dario Argento. La trama infatti è piuttosto elementare, dopo i primi minuti è gia chiaro allo spettatore l'evolversi della vicenda, e non è richiesto alcuno sforzo intuitivo per risolvere il mistero che si cela dietro questa inquietante figura. Anzi, Dario Argento qui non sembra minimamente interessato a costruire un intreccio credibile e coerente, ma piuttosto l'intento sembra esclusivamente quello di
turbare lo spettatore attraverso un mix shoccante di sesso, sangue e
morte. Sicuramente una ricetta nuova per il nostro maestro italiano del brivido, che seppur ci ha sempre regalato momenti di macabro orrore allo stato pure non dimentica mai l'ambiguità che si cela dietro il mistero da svelare. La terribile nenia che accompagna la presenza di Jenifer (firmata da Simonetti) ci riporta comunque un pò ai fasti di Profondo rosso o di Tenebre, anche se nel contesto di un film così poco "argentiano" sembra più un marchio di fabbrica che ha lo scopo di ricordarci che il film non è di Tobe Hooper ma di Argento che altro.
In ogni caso Jenifer riesce perfettamente nel suo intento, un perfetto gioiellino capace di inquietare profondamente e di provocare forte turbamento anche agli stomaci più forti.
John Carpenter  23/10/2006 17:36:57Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
10 ?????????????????????????????????????
UAO!!!!!!!!!