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ALIEN regia di Ridley Scott

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fede77     10 / 10  26/03/2010 19:32:54Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Una storia....un disegno....un regista. Questo è il micidiale cocktail che diede inizio ad una delle migliori saghe di fantascienza-horror mai esistite.

UNA STORIA:

Una storia ideata (ma che genio!!) da Dan O'Bannon in pieni anni '70, anni che macinavano fantascienza a manetta, ma pur sempre una fantascienza "politically correct", ovvero che aveva lo scopo principale di stupire e meravigliare la gente. Con una storia simile, ed un mostro simile, si rompevano gli schemi: si voleva terrorizzare e, diciamola tutta, anche "schifare" (con simili creature!) il pubblico, per cui si rischiava grosso a rompere uno schema vincente ed ormai consolidato. Per carità, non è che questo genere, prima di Alien, non avesse toccato i temi del "light" horror: film come "1975: Occhi bianchi sul pianeta Terra" (1971, di Boris Sagal), "I mostri delle rocce atomiche" di Quentin Lawrence (addirittura 1950!), "L'esperimento del dottor K." (1958, di Kurt Neumann), "L'invasione degli ultracorpi" (1956 di Don Siegel) e "La Cosa da un altro mondo" (1951, di Christian Nyby) sono alcuni esempi di film fanta-horror "cult" del passato, in cui tentativi più o meno riusciti di mostri terrorizzanti si sono susseguiti e, probabilmente, hanno fatto un certo "effetto paura" all'epoca e per la gente di quell'epoca. Ma ora? Riguardandoli è difficile che non scappi qualche sorriso.
Con Alien, invece si è andati oltre, progettando un film, un ambiente, un ritmo ATTORNO ad un mostro; in cui il TERRORE e la TENSIONE sono i veri protagonisti. Si è quindi pensato ad un racconto che dovesse incutere paura, costruendo perciò un horror in un ambiente fantascientifico, piuttosto che un fantascienza con elementi d'orrore. Questo è l'elemento principe che ha rotto un modello!

UN DISEGNO:

Qui viene il bello, anzi "il brutto", visto che di certo non parliamo di Candy Candy. Se un mostro non fa paura, tutto il palco precedente cade come un castello di carte. Quali debbono essere quindi gli ingredienti perché il precedente fantoccio possa servire egregiamante allo scopo? Ovviamente il suo aspetto, il suo realismo, la sua pericolosità verso il genere umano. Per il primo punto è intervenuto un "mago", o meglio un (probabilmente disturbato) disegnatore svizzero, certo Hansruedi Giger, che alla sera non aveva di meglio da fare che immaginare e buttare su carta quelle creaturine che "noi" (parlo per i fans) tutti amiamo. Esse sono ciò che di più diverso, ostile ed, evolutivamente parlando, interessante che si sia potuto realizzare: con testa allugata, lingua "a camaleonte dentato", artigli, acido al posto del pomodoro, forme larvali ed embrioni orripilanti e micidiali. Insomma il piatto era già pronto, ma bisognava scoprirlo, cuocerlo bene e proporlo alla grande distribuzione.

UN REGISTA:

Difficile, per quegli anni di "spettacolo per gli occhi", tentare un nuovo filone e rischiare così un flop, visto che anche molti registi pensavano che un simile genere sarebbe stato snobbato. Infatti, "2001: Odissea nello spazio" di Kubrick era uscito undici anni prima ed ancora lasciava il segno; nello stesso anno era poi uscito anche "Il pianeta delle scimmie", di Franklin J. Schaffner (capostipite di una lunga serie e di un remake moderno); ma soprattutto due anni prima di Alien compariva "Guerre stellari" di Lucas. Era quindi poco verosimile che una simile proposta potesse far breccia nei più affermati registi dell'epoca: sarebbe bastato un errore e molte carriere, come per i dollari, sarebbero sfumati. Qualcuno avrebbe dovuto sobbarcarsi il rischio e, comprensibilmente, quel qualcuno avrebbe dovuto rischiare, pur di sfondare.
Stiamo infatti parlando di un giovane Ridley Scott, MAI alle prese, prima d'ora con film di fantascienza...si parlava quindi di un regista (per quegli anni), semisconsciuto ai più ed autore, oltre che di spot pubblicitari, solamente di un bel (ma batate bene, non certo un capolavoro) film di guerre napoleoniche: "I duellanti, 1977; film che a Cannes ha vinto un premio. Era la SUA occasione per sfondare e che occasione: le aragoste c'erano...bisognava saperle cucinare BENE. Di certo non ci ha pensato due volte.
Ecco quindi che Scott, con un ovvio e limitato budget (come si diceva prima...molta prudenza quando si percorrono nuove strade) doveva rendere al meglio i due piatti forti di cui disponeva. Un uso sapiente delle telecamere, momenti di attesa e di tensione crescente, la PAURA DELL'IGNOTO, il vedere e non vedere il mostro, tutti questi elementi erano le doti di partenza di colui che, come si sa bene, sarà poi l'autore di capolavori della fantascienza (vedi "Blade Runner", 1982), del genere storico (vedi "1492 - La scoperta del Paradiso", 1992), ma anche di quello fantasy ("Legend", 1985), come del famosissimo "Il gladiatore" del 2000.
Senza quindi i precedenti "tocchi registici", sarebbe stato difficile imporre agli spettatori un ritmo ed una voglia di proseguire nella visione per il classico "vediamo come va a finire", soprattutto se si pensa che (a parte la prima mezz'ora) poi il tutto si svolge in un'astronave....questa è "sapienza di chi sa"!

MA NON SOLO:

Ovvio parlare del cast: la Weaver era al suo PRIMO film! Un'attrice quindi giovane e capace, con una parte ed un ruolo di secondaria importanza all'inizio, ma che man mano (anzi, sarebbe da dire "man mEno", visto che acquisiva importanza tanto quanto il mostro progrediva nel far fuori i suoi compagni) aumentava le sue doti di comando e decisionali, come di quelle di protagonista, poi tanto tipiche dei seguiti. E' interessante notare che in questo suo primo ruolo da eroina, Ripley qui cresce come carattere, prendendo confidenza e convincendosi nel ruolo da leader. Nel secondo episodio, invece, Ripley è già matura ed ha capacità di comando e di essere un capo; mentre, per concludere, nel terzo questo suo ruolo verrà messo in discussione.
John Hurt...non ci si può che inchinare di fronte ad una delle pietre miliari della recitazione: una carriera partita dal lontano '66 ("Un uomo per tutte le stagioni" di Fred Zinnemann) e che continua ancor oggi (mitici il "Rob Roy" del 1995 di Michael Caton-Jones) con comparse nel primo "Harry Potter", nei due "Hellboy", ecc.
Ian Holm: altro "Re" ed uno dei migliori attori dell'epoca (come lo è ancor oggi, visti i sui ruoli nei primi due "Signore degli anelli"), qui nel ruolo freddo e molto ambiguo dell'androide "cattivo" (poi ripreso, in chiave umanitaria da Lance Henriksen, nel 2° e 3° episodio; da Winona Ryder, nel 4°).
Gli altri quattro non sono meno bravi, anche se han sempre fatto ruoli minori.
Non serve aggiungere altro.

Bisogna ancora accennare alle musiche, poiché, come negli horror un buon e appropriato accompagnamento fanno già metà del successo (COSA che manca ormai da parecchi anni in questo genere). Qui c'è magia e mistero, poiché i motivi sono inseriti in momenti di stacco, ovvero di intermezzo tra picchi di suspance, e l'inserimento è discreto, non invadente; come non assordante, ma calma e misteriosa (come lo spazio stesso) è la scelta del suono. Un applauso a Jerry Goldsmith! anche se furono usate gran parte delle musiche di altre sue precedenti opere.

PREGI e DIFETTI:

Partirei coi difetti, per poi chiudere in bellezza...anche perché qualcosa gli si può criticare, pure se sono sottigliezze di chi vuole cercare il classico pelo nell'uovo.
Intanto premettiamo che è stato un film (relativamente) A BASSO COSTO, e che è uscito a fine anni '70 (al contrario del secondo capitolo che, a parte l'"opera omnia" di Cameron, aveva un budget immensamente più elevato ed una tecnologia molto più avanzata). Quindi è logico aspettarsi effetti speciali, ambientazioni, mostro in sé realistici....fino ad un certo punto. A parte l'accurato lavoro della misteriosa astronave aliena (vero capolavoro), si vede che l'ispirazione per la "Nostromo" sa...troppo di Kubrick, particolarmente l'uso del colore bianco (un po' anche per l'alien, per la testa), le tute spaziali e la moda "Hal 9000" per "Mother". Critiche anche per l'alieno si possono fare per quanto concerne il suo aspetto "umanoide", ovvero si vede abbastanza che sotto la maschera c'è l'attore....ma è cosa che si può perdonare se pensiamo che il progetto originale del pazzoide Giger era fedele a questo tipo di forma (tranne il primo e vero volto di alien...questo lo si vedrà col finale del quarto capitolo ed è una chicca degli specials del primo episodio!). Altre pecche: "facehugger" e "chestburster" alquanto grezzi per manifattura....ma si torna al primo punto, per cui non andrei oltre.

Ma un difetto, stavolta vero, c'é, come sottolineavo anche nel mio commento al terzo film della serie: non quadra assolutamente il fatto che il "neonato sbucato dalla pancia...del padre" sia grande come un micetto prima e diventi un bestione da 2,5 metri nel giro di dieci minuti, senza (perdinci) essersi mangiato alcuna balena...che si sia andato a ficcare nel frattempo in qualche reattore nucleare della nave, o che fosse stato un esemplare affetto da gigantismo?? Mah....
Altra cosina che, sempre a mio avviso, non funzia: ma vi pare che per un gatto sperduto in una città viaggiante, un equipaggio vada alla malora per ricercarlo, mentre "lo squalo è in giro"?? Capisco, io che li adoro, lo avrei fatto....ma almeno un lanciafiamme me lo sarei portato!

Comunque sia....veniamo ai pregi e concludo (per i fedeli lettori anche degli altri capitoli) la "Tesi in Alien-ologia":

La NOVITA' per l'epoca era assoluta: l'horror NELLA fantascienza, la paura nelle sale, il thriller e la tensione sullo schermo. Si ha PAURA perché la paura stessa è dove noi ci aspettiamo che accada qualcosa; in altre parole: si prova timore nel sapere che accadrà qualcosa di spaventoso, ma non sapere quando e dove.
Lo spettatore viene coinvolto gradatamente nella storia, come avviene proprio nella lettura di un libro...ci si appassiona, ci si impersona un po' alla volta nella vera protagonista, ovvero Ripley-Weaver, ci si aspetta un finale memorabile e, a maggior ragione, SI VUOLE arrivare alla fine. Ed il finale sarà, come per il film stesso, qualcosa di nuovo ed originale.
Gli altri episodi, seppur con i loro pregi e difetti, dovranno adattarsi alla perdita del fattore "prima esperienza", e comprensibilmante partiranno sempre in svantaggio, tanto più se si va avanti con la serie. Però probabilmente sarà proprio questo fattore che darà linfa per creare e ricercare nuovi spunti, aumentare l'azione e gli effetti speciali, migliorare la creatura, o inventarsi nuovi mostri ed alternative. Il tutto per far tornare ancora una volta il pubblico nelle sale e ad ancora una volta affascinarlo e spaventarlo.


Quindi è ciò che stupisce per la prima volta che resta e resterà indimenticabile: come il primo gelato, il primo bacio....il primo amore (letale in questo caso).


Saluti a chi ce l'ha fatta, ancora una volta, a leggere :-)
Noodles_  08/04/2010 12:16:21Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Un commentino lasciato proprio in fretta e furia eh? :)
fede77  08/04/2010 19:12:35Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Già.....ogni promessa è debito ;-) Spero sia stato di tuo gradimento :-) ciao
Noodles_  09/04/2010 09:51:26Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Beh certo, impossibile non gradire un commento scritto con così tanta passione! Ciao e grazie.