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INTERVISTA regia di Federico Fellini

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amterme63     6½ / 10  31/10/2013 22:16:54Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
"L'intervista" è un omaggio di un vecchi artista alla sua arte. Proprio perché ormai si trova coscientemente alla fine della sua esperienza operativa, non può far altro che guardarsi indietro e considerare con affetto e divertimento ciò che è stato.
"L'intervista" è l'ennesima rielaborazione dei temi cari a tutta la filmografia di Fellini: il ricordo dei tempi passati, lo sguardo disincantato e divertito, Roma con il suo caos creativo e la sua multiforme umanità, il fascino dello pantomima e della finzione, l'amore per l'arte semplice e spontanea, la magia che scaturisce dalle immagini e dalla musica, lo spettacolo dato dal modo stesso con cui il cinema dà vita al sogno e alla fantasia.
Tutto questo è riassunto nel simbolo di Cinecittà, che Fellini ci rende in questo film in forme amichevolmente e affettuosamente mitiche. Povero Federico, chissà come ci sarebbe rimasto male se gli avessero detto che dopo 20 anni Cinecittà sarebbe stata chiusa, tutto il bagaglio di esperienze, professionalità in campo cinematrografico sarebbe andato perduto e che soprattutto sarebbe scomparsa quell'umanità un po' indolente ma giocosa e piena di calore umano.
"L'intervista" suona come un vero e proprio epitaffio per un mondo e per un'arte ormai scomparsi. Il momento più intenso del film a mio avviso sono le lacrime che spuntano sul viso di Anita Ekberg assistendo alla scena della Fontana di Trevi, consolata da un commosso Mastroianni. Sono le lacrime e il dispiacere che proviamo noi oggi vedendo questo film come l'ultima testimonianza di un mondo che fu. I selvaggi indiani con le loro antenne televisive hanno vinto sui "nostri".