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LA CASA DEL DIAVOLO regia di Rob Zombie

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orsobruno77     8½ / 10  31/12/2006 19:30:33Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Finalmente l'ho visto.

Dopo "la casa dei mille corpi" mi aspettavo un sequel sullo stesso genere, invece posso dire di aver visto 1h40 di un ottimo mix tra un road movie e un western.

Non è decisamente un horror, come non lo era il primo del resto.

Mi aspettavo spiegazioni rispetto al personaggio del Dottor Morte, mi aspettavo lo stesso tipo di critica al mondo USA… nulla di tutto ciò…

…si potrebbe vedere il secondo senza aver visto il primo, dato che c'è un solo riferimento ed è trascurabile.

Il cast nel primo era perfetto, convincente, crudo e simpatico, hard e spietato, decisamente il peggior incubo per l'americano medio.

Di quel cast, solo tre attori sono stati confermati, quelli che poi saranno i protagonisti effettivi di questo western, Otis, Captain Spaulding e Baby.

Peccato abbiano cambiato l'attrice che interpretava la madre…questa è decisamente poco credibile.

Il film comincia citando tutte le efferatezze commesse da "i reietti del diavolo", così soprannominati da uno sceriffo tipico del sud degli states, che ricorda molto John Wayne e rappresenta il bigottismo e l'oscurantismo statunitense…lui è la legge, è il braccio armato di dio…ggghhhh…talmente tanto appassionato di Elvis da minacciare di morte un critico cinematografico perché aveva detto che la morte del Re avvenuta tre giorni prima di quella di Groucho Marx, avrebbe tolto a quest'ultimo il meritato saluto…

Ho parlato di western perché l'inizio e la fine sono citazioni dei più classici e bei film di cow boy.

Scene al rallentatore…spari e urla che si confondono…20minuti di pura sparatoria tra lo sceriffo e i suoi aiutanti e i ricercati…spettacolo vero.

Il paesaggio è decisamente western…una fattoria…un bordello…uno sceriffo con il medaglione di metallo a fermare il cordino che sostituisce la cravatta, le vacche, i messicani, la polvere e tanti proiettili…

Già a questo punto non sapevo cos'altro aspettarmi…mi sono sentito spiazzato…

Da qui inizia il road movie…ovviamente con la dovuta sosta in un motel…

Il personaggio di Otis è quello che è cambiato maggiormente rispetto agli altri due, sicuramente la sua cattiveria e il suo cinismo non sono cambiati, ma non è l'omicida che scuoia le persone e ci mostra in pieno delirio quello che la persona ha vissuto, ma soprattutto non c'è la sua voce che critica e distrugge l'american dream… Otis sembra insicuro e a volte anche impaurito…

nel primo episodio venivano rapite e uccise quattro cheerleaders…qui semplici musicisti country…e l'unica critica viene fatta all'eventuale aiuto di dio nel salvare gli uomini…aiuto che ovviamente non arriva…

Anche la colonna sonora è diversa e non poco…mentre nel primo è stata composta e eseguita dallo stesso Rob Zombie, ed era un alternarsi tra rock e metal, qui ci sono tutti pezzi che assecondano il momento road movie o il momento western e nessun brano è del regista.

Altro tema del film è la vendetta. Lo sceriffo vuole compiere la sua vendetta, il fratello è stato una delle loro vittime, e questo è l'unico riferimento al film precedente.

Arriverà a comportarsi decisamente in maniera non conforme al distintivo che porta.

La sete di sangue lo trascina in un delirio personale in cui prima dell'incontro/scontro, fa del training autogeno davanti allo specchio, preparando il discorso da fare, mimando i gesti, lo sputo e la minaccia della pistola…rabbia pura.

Molto interessante la spiegazione dei nomi e pseudonimi usati dai personaggi della famiglia…sono tutti ripresi da alcuni personaggi interpretati dal sopra citato Groucho Marx.

Perché Rob Zombie, regista e sceneggiatore, abbia rivelato questo particolare non è di facile comprensione per me, dato che ho una lacuna consistente rispetto ai film di Groucho Marx.

Posso pensare che essendo Marx un umorista/comico, volesse rendere ancora più simpatici allo spettatore i reietti, facendo in modo da farli preferire al sadico sceriffo che per interessi personali infrange la legge…è una supposizione piuttosto sterile, ma non saprei cos'altro pensare.

Sicuramente durante tutto il film, come anche nel primo in effetti, tifavo per loro…per i cattivi…

Nel primo erano il simbolo di una rivoluzione che si oppone ad un qualcosa di marcio e stantio, a qualcosa di ipocrita e incoerente, a qualcosa di estremamente ignorante e retrogrado…e il finale a sorpresa ne è stato la degna chiusura e gioia.

Qui sono il simbolo di una ricerca disperata di libertà, ingiustificata e ingiustificabile.

Zombie ha fatto un film di citazioni, di omaggi, lasciando la sperimentazione del precedente lavoro e mostrando di essere capace di usare un montaggio classico e inquadrature da manuale.



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