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PIRATI DEI CARAIBI: LA MALEDIZIONE DEL FORZIERE FANTASMA regia di Gore Verbinski

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Boromir     8½ / 10  10/11/2022 22:58:11Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Sequel giocato sulla gigionesca cialtroneria di Jack Sparrow/Johnny Depp, La maledizione del forziere fantasma è un piccolo capolavoro del cinema di genere, un'avventura brillante che gli sceneggiatori Ted Elliott e Terry Rossio architettano magnificamente a suon di ritmo elevato, trovate inventive e gag efficaci. Il genere piratesco alla Errol Flynn risulta aggiornato in chiave post-moderna, e spinge ai limiti il fotorealismo della CGI (premiata con l'Oscar) per dare un valore aggiunto all'universo immaginifico messo in piedi dal regista Gore Verbinsky.
Se la coppia Keira Knightley/Orlando Bloom si getta alle spalle la caratterizzazione archetipica degli amanti divisi dalle circostanze, subendo un'evoluzione che la rende più dolente, combattiva e pregna di lati oscuri, dall'altro lato il mattatore Depp domina ogni inquadratura e collauda il mix di humour e fisicità rocambolesca che fanno la fortuna di un film ad alto tasso spettacolare. La trama, e di conseguenza la sceneggiatura, si fa più densa nella sua originale mescolanza di tradizioni e leggende marinaresche. Tra Kraken dai tentacoli giganti con ventose "capaci di risucchiarti il volto", vascelli fantasma e isole di cannibali (la mezz'ora nella giungla dei Pelegostos è logisticamente e concettualmente la più riuscita mai partorita da Verbinsky), la voce grossa la fa il villain.
Già, Davy Jones. L'esempio lampante di come si dovrebbe concepire un cattivo. Un fantastico character design (corpo incrostato di pesci e alghe, tentacoli da piovra come barba) fa da contrappeso a un'altrettanto memorabile caratterizzazione, che coniuga l'ironia beffarda con la crudeltà subdola e il pathos. Inutile sprecare lodi per la credibilità con cui il bravissimo caratterista Bill Nighy ha tirato fuori il cuore del personaggio attraverso la performance capture. A questo aggiungiamo uno splendido tema musicale per organo composto da quel geniaccio di Hans Zimmer, e abbiamo un personaggio destinato a rimanere scolpito nell'immaginario collettivo nei decenni a venire.
Un po' meno apprezzabile il finale in stile cliffhanger, preludio di Ai confini del mondo (2007), ma ci troviamo davanti a una rappresentazione magistrale di un mondo mitologico. Lasciando momentanemante da parte James Cameron, Peter Jackson, Ridley Scott e altri titani, il più alto esempio di blockbuster in cui l'esigenza commerciale e il senso dello stupore meglio si amalgamano.