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FURYO regia di Nagisa Oshima

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amterme63     8 / 10  25/05/2014 23:00:51Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Film particolare, un po' come tutti i film di Oshima. Gioca su più temi e non ha una precisa chiave di interpretazione. Si ispira a un'opera letteraria chiamata "The seed and the sower" (il seme e il seminatore), il cui titolo suggerirebbe il riferimento al tema del sacrificio personale per salvare altre persone. Questo tema è presente nel film (quello che fa in fondo il personaggio di Cellier) ed è affermato anche nella frase finale - epigrafe alla vicenda. E' però trattato in maniera secondaria, senza troppo approfondimento.
I veri temi del film sono invece il contrasto fra cultura giapponese e cultura inglese, fra raziocinio e passione, fra figure "comuni" e "speciali" e l'emergere in quest'ultime di pulsioni anticonvenzionali (in questo caso l'omosessualità, l'incesto e la pedofilia).
Il primo tema è contenuto in tanti dialoghi in cui vengono scambiate opinioni e messi a confronto comportamenti e modi di pensare culturalmente diversi. Questo grazie al fatto che uno dei protagonisti (Mr Lawrence) conosce sia la lingua che la cultura giapponese. E' suo il compito arduo e a volte impossibile di confrontare, spiegare, mediare. E' lui poi il tipico rappresentante del comportamento medio, razionale, oculato e anche un po' opportunista. Sono i personaggi e i comportamenti che in genere "vincono" nei film, ma che vengono trattati come minori e inferiori rispetto ai caratteri nobili ed estremi ma eroici. Questo film non fa eccezione, anzi dona ai personaggi "speciali" una ricchezza e un contrasto interiore che in altri film spesso non hanno.
La parte "nobile" e "speciale" è rappresentata da Cellier e da Yonoi, persone dotate di carisma, forza spirituale, che emanano fascino, che "leggono" negli altri ma che però non riescono a vedere chiaro e a risolvere i propri drammatici dilemmi etici ed emotivi.
Il "dramma" e la lotta di Yonoi è quella di riuscire a controllare e/o conciliare i suoi istinti sadici (i duelli urlati, l'istinto di uccidere il comandante inglese) con le sue mire di perfezione spirituale, di purificazione dagli istinti terreni, il tutto però complicato dal fascino omosessuale che subisce nei confronti di Cellier, cioè delle persone come lui, dure, speciali, introverse, combattute, affascinanti e romantiche.
Il dramma di Cellier è quello del senso di colpa, il rimproverarsi a se stesso la maschera di duro, di forte, di insensibile, mentre si strugge al pensiero di come non abbia a sufficienza potuto amare il suo fratello minore. Dal modo in cui sono evocati i suoi ricordi (è un flashback non realistico ma basato su come Cellier "vede" le vicende passate) si può dedurre che Cellier fosse innamorato di suo fratello. Il fatto poi che lo rammenti sempre come un bambino anche quando logica vorrebbe che fosse adulto, significa che Cellier ha istinti forse di marca pedofila.
Questo è tipico di Oshima, il quale tende sempre a complicare le storie che racconta con argomenti tabù o che appartengono al rimosso.
Il film è girato molto bene (facendo prevalere i campi lunghi e medi con l'eccezione dell'efficace primissimo piano finale), con un'atmosfera spenta, cupa, sofferente (a cui fa contrasto la luminosità e i colori del flashback inglese); i differenti temi però secondo me non si amalgano molto bene. C'è tanto di simbolico, di inespresso, di non chiaro che sfugge nel film. In ogni caso sono rimasto molto più colpito dalla recitazione di Sakamoto, piuttosto che da quella di Bowie (comunque bravo). Bellissima la musica.
Amiamoci invece di fare la guerra, forse è questo il significato del bacio di Cellier a Yonoi, anche se dietro questo atto Oshima fa balenare molto di morboso. Etica e Tabù sono sempre stati sinonimi per lui.