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H2ODIO regia di Alex Infascelli

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Kesson     7½ / 10  05/10/2008 02:53:59Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Sono diversi anni che il cinema italiano continua nella sua parabola, spirale infinita sarebbe il termine più adatto, discendente. Ogni anno l'utenza riceve grossi calci nelle palle da vari filmucoli da incasso: si passa da un Vanzina ad un Muccino (junior, senior, a voi la scelta), fino ad arrivare a Parenti, Moccia... Il ritorno allo schermo del Pappi Corsicato (se ne sentiva la mancanza?) di turno, per alcuni rappresenta il ritorno del nostro cinema "alternativo" e ricerato...
Grandi "giovani" come Sorrentino e Garrone, rappresentano il defibrillatore che con cadenza irregolare rianima il nostro cinema agonizzante, caduto forse in un coma irreversibile. Siamo poi i primi che tessiamo le lodi, di giovani o nuovi, registi stranieri come Miike, Aja, Aronofsky, Du Welz...
Poi tra fiumi di pellicole lobotomizzanti ne esce una come "H2Odio", e stranamente si assiste ad un vero e proprio linciaggio di massa. Che il film in questione sia dedicato ad una ristretta parte dell'utenza è cosa chiara fin dal titolo. L'odiato Infascelli, massi' quello di "brend niu di emtivi' ", al fronte di una sceneggiatura deboluccia e piuttosto semplice, sforna una regia di tutto rispetto, classica ed allucinata allo stesso tempo, talvolta con grandi intuzioni a livello di scelte, tempi e montaggio, e con una fotografia davvero molto bella. L'idea di partenza del film è sicuramente originale ed interessante e seppur sviluppata in modo semplice e piuttosto lineare, puo' contare su discreti sviluppi all'interno della trama stessa. Non si nota una pretestuosità di fondo nel lavoro del regista, ma piuttosto si nota la volontà di fare un lavoro registico sperimentale piuttosto libero, basato si su una storia, ma soprattutto sulle sensazioni che immagini, dai colori saturi e bellissimi, e musiche, ipnotiche e azzeccatissime, riescono a suscitare nello spettatore. Tutti questi elementi fanno passare anche in secondo piano un doppiaggio davvero scadente e delle interpretazioni non sempre irresistibili. Anche i tanto crticati dialoghi, seppur non avrebbero fatto la gioia di un Socrate in vena di una chiaccherata, sono in linea e coerenti con tutto lo spirito del film, e contribuiscono anzi a mantenere quel necessario senso di onirico ed irrazionalità verso quello cui si assiste.
L'epilogo della storia se da una parte risulta scontato, dall'altra lascia un'inaspettata e inquietante riflessione allo spettatore, e soprattutto da delle risposte su diversi dettagli che restano in sospeso durante tutto il proseguio del film.
Alex Infascelli dimostra di avere una solida abilità nel raccontare storie fuori dal comune, e dimostra inoltre di avere il coraggio di proporre un cinema nuovo, visionario e libero, fuori dagli schemi, in Italia dove lavori del genere sono una chimera, al contrario di molti altri paesi esteri anche e soprattutto europei.
Un plauso a questo coraggioso autore, stranamente criticato e sottovalutato.
goophex  28/12/2011 00:16:17Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Commento splendido fratello !