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UN CONDANNATO A MORTE E' FUGGITO regia di Robert Bresson

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Invia una mail all'autore del commento wega     10 / 10  21/08/2009 12:54:42Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
"Questa storia è vera. Ve la racconto così com' è, senza orpelli". Verissimo. Quarto lugometraggio e secondo Capolavoro assoluto di Robert Bresson; poco importa se dal titolo già si evince come andrà a finire. "Un Condannato a Morte è Fuggito" è ispirato dalla storia vera di Andrè Devigny (consulente tecnico delle riprese), un tenente della Resistenza francese internato dai nazisti, che nel 1943, a Lione, nella prigione di Montluc, era in attesa dell' esecuzione della sua condanna a morte. Il Fontaine di Bresson, è un condannato a morte che alla notizia di un tradimento da parte di una donna ai danni di un nuovo arrivato esclama: "Una così sarebbe da linciare. E non l' ha mica ammazzata?". Il Cinema paradossalmente come anti-spettacolarizzazione - di una fuga in questo caso - dell' immagine, in un film privato di qualsiasi sequenza d' azione (il primo tentativo resta rigorosamente fuori campo; i colpi successivi inferti alla testa con il calcio della pistola sono in dissolvenza incrociata, e quasi non si vedono; gli attori sono tutti monocorde, il protagonista stesso è stato scelto glabro, cosicché lo spettatore non è nemmeno distratto dall' infoltimento della barba). Prevalentemente girato in primi piani, in dettaglio (con composizione fotografica ridotta all' essenzialità di quel che serve per capire l' azione o il gesto), con un ruolo primario (più qui che nel precedente Diario di un Curato di Campagna, ma che sarà una costante tipicamente bressoniana) dei rumori, "un condamné à mort s'est échappé" è un film soffocante, clasustrofobico, immobilizzante nella disperata intelligenza del suo protagonista, dove la Fede in Dio (il protagonista dichiara che prega solo quando ha bisogno) è sostituita dalla Fede nella riuscita dell' evasione. E che sollievo nell' unico campo lungo dell' intera pellicola che è anche l' ultima inquadratura. Un altro Bresson che rientra tra le pellicole più importanti della Storia del Cinema.