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UN CONDANNATO A MORTE E' FUGGITO regia di Robert Bresson

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Marco Iafrate     8½ / 10  16/06/2007 22:13:08Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
"Questa storia è vera, io ve la racconto com'è, senza ornamenti".
Inizia con questa frase nei titoli di testa seguiti dalla scritta "Il vento soffia dove vuole" che avrebbe dovuto essere il titolo del film prima di un ripensamento del regista francese, la storia di Andrè Devigny, l'uomo a cui si è ispirato Robert Bresson per la realizzazione di Un condannato a morte è fuggito.
Un film a mio parere molto bello ma anche molto difficile da apprezzare a causa della sua lentezza, della freddezza interpretativa dei personaggi, dell'apparente distacco dalla realtà, basti vedere l'espressione del viso del detenuto a fianco di Fontaine in macchina quando questi tenta goffamente la prima fuga, l'assenza di phatos, di rabbia, d'altra parte è una costante dei film di Bresson, la recitazione sembra risultare sempre monocorde, i dialoghi ristretti all'osso, sussurrati, ed anche nei momenti di azione ( durante la fuga ) sembra quasi che non ci sia tensione, paura.
Nonostante ciò, il film ha un qualcosa di affascinante, di ipnotico, la claustrofobica solitudine di Fontaine diventa la nostra, il suo progettare cosi' minuziosamente la fuga ci coinvolge al punto da soffrirne insieme l'attesa.
Inquadrature quasi sempre ristrette a particolari, ad oggetti, non ci sono panoramiche, niente grandi spazi, tutto è concentrato in pochi metri, i pochi metri della sua cella, ed è proprio questa compressione di immagini che esalta, nel finale, il senso di libertà.
Invia una mail all'autore del commento wega  21/01/2009 15:25:25Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Mio D.io mi sono proprio rilassato nell' ultimo, e praticamente il primo campo lungo del film. Ma anche quando è uscita per un attimo l' insegna "Hotel qualcosa". Comunque un altro film straordinario di Bresson, quando lo rivedo mi sa che scapperà il votone. Ciao.