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DICIASSETTE ANNI regia di Zhang Yuan

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kafka62     6 / 10  09/05/2018 14:14:15Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Non si capisce bene perché "Diciassette anni" sia stato boicottato dalle autorità cinesi: forse perché quella descritta da Zhang Yuan non è la Cina del rampante progresso economico di cui parlano le statistiche, ma assomiglia semmai alla Polonia di Kieslowski, tutta rovina e macerie (materiali e non); forse perché un poliziotto fa la guardia in un luogo deserto senza sapere il perché, solo perché glielo hanno ordinato i suoi superiori; o forse per qualche altra ragione, oscura per lo spettatore occidentale. Fatto sta che "Diciassette anni" è un film piccolo piccolo, appena dignitoso nel suo ritratto di Tao Lan, una ragazza che, dopo un lungo periodo passato in carcere (17 anni appunto) per avere ucciso accidentalmente la sorellastra, ottiene un permesso di tre giorni per festeggiare il Capodanno cinese insieme alla sua famiglia. Accompagnata da una giovane guardia carceraria, Tao Lan vaga disorientata per una Pechino che non riconosce più, raggiunge i congiunti che non la aspettavano, passa con loro momenti di intollerabile disagio per la distanza che il tempo e il rimorso hanno scavato, ma alla fine si riconcilia (grazie anche a una pietosa bugia) con il patrigno, che ancora non si è rassegnato alla morte della figlia. Forse l'invenzione migliore di "Diciassette anni" sta nell'aver fatto della occasionale accompagnatrice di Tao Lan la vera protagonista del film, spettatrice di un dolore che la costringe a uscire dalla rigidità e dalla burocratica impassibilità del suo ruolo sociale. Ma il film, oltre a una corretta messa in scena, non offre molto di più, per cui mi sembra parzialmente immeritato il Leone d'Oro per la regia vinto al Festival di Venezia.