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TEMPESTA DI GHIACCIO regia di Ang Lee

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kafka62     6 / 10  18/02/2018 17:17:10Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Ang Lee non è certo un cineasta eccelso, ma possiede una indiscutibile abilità, quella di saper raccontare le sue storie con estrema scioltezza narrativa e senza pedanterie di sorta. Qui si trova di fronte a un ritratto sociale e generazionale molto ambizioso (quello di un'America anni 70 in preda a una drammatica caduta dei valori, che coinvolge allo stesso modo giovani e adulti, figli e genitori), che egli affronta con un piglio moralistico tipicamente yankee (cosa che riesce sempre a sorprendere, vista la sua origine orientale) e una costruzione del racconto che indulge al simbolo e alla metafora (la "tempesta di ghiaccio" del titolo rimanda al "grande freddo" spirituale dell'America di Nixon e del Watergate).
Il risultato non è disprezzabile: i rapporti familiari sono tratteggiati, se non con profondità psicologica, con realistica efficacia (anche grazie a un gruppo di attori davvero notevole), finendo per comporre un allarmante quadro clinico della famiglia media americana, in cui la autodistruttiva stolidità dei figli altro non è se non un riflesso della mancanza di ideali dei padri, e questa a sua volta è in pendant con l'amoralità e il cinismo dei governanti. Il difetto principale del film, che pure regge bene le quasi due ore di durata, risiede nel suo essere troppo esplicito, nel suo non lasciare nulla di sottinteso o di inespresso, cosa che si traduce alla fine in un fastidioso senso di programmatico didascalismo, che sfocia in un brutto finale, falso e moraleggiante. Ma questo, piaccia o no, è un difetto che accomuna la stragrande maggioranza dei film hollywoodiani, anche quelli ai quali "Tempesta di ghiaccio" può essere accostato, come "Grand Canyon" o "Gente comune".